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Sicurezza nei cantieri, Pelle: “Edilizia è uno dei settori più a rischio, bisogna sfruttare quadro normativo per garantire qualità del lavoro”

Sicurezza nei cantieri, Pelle: “Edilizia è uno dei settori più a rischio, bisogna sfruttare quadro normativo per garantire qualità del lavoro”

“I gravissimi incidenti nei cantieri avvenuti negli ultimi anni, insieme al pressing dei sindacati e ad una maggiore attenzione dei mass media sul tema, ha indotto il Governo a varare nuovi provvedimenti sul fronte della sicurezza sul lavoro, come ad esempio il decreto legge 19/2024, poi convertito nella legge 56/2024. Si tratta di misure importanti ma che bisogna mettere a terra, per fare in modo che la qualità del lavoro sia davvero la priorità”. Lo dichiara Enzo Pelle, segretario generale della Filca-Cisl. “Quello che è accaduto con il superbonus 110% nel settore privato – spiega Pelle – è eloquente: oltre alla ripresa del settore, gli incentivi hanno determinato la nascita di una miriade di nuove imprese, gestite da persone non esperte del settore e molte delle quali chiuse con l’esaurirsi delle risorse. Gli incentivi, però, hanno anche provocato una corsa ai lavori con un aumento vertiginoso di infortuni e decessi nei cantieri. La Filca-Cisl, sin dall’annuncio delle misure in edilizia, aveva sottolineato la necessità di regolamentare meglio un dispositivo normativo che mirava sì a far ripartire l’economia, ma che conteneva anche numerose ombre. Il tempo ci ha dato ragione e i numeri parlano da soli: nel primo quadrimestre del 2022 c’è stato un aumento di infortuni pari al 48,1% rispetto al periodo precedente, con un +2,2% di decessi, senza contare gli incidenti non dichiarati. La situazione sulla salute e sicurezza ci ha insegnato che la qualificazione aziendale e un ambiente di lavoro trasparente possono davvero essere un importante metodo di contrasto al fenomeno degli infortuni. Questo – aggiunge il sindacalista cislino – è legato anche alla forte presenza di manodopera straniera all’interno del settore: il nostro sistema bilaterale edile ci consegna il dato di oltre 267 mila lavoratori di nazionalità non italiana, ovvero il 37,73% del totale degli addetti nel settore. A questa statistica sfuggono però i lavoratori del sommerso, il cui valore economico rappresenta il 18% del totale e che conta la quasi totalità di lavoratori stranieri. Il decreto legge 19/2024 ha introdotto un inasprimento delle sanzioni sul lavoro irregolare, ma a nostro avviso è importante volgere l’attenzione verso quegli strumenti normativi che potenziano la cultura della qualificazione e dell’innovazione. La stessa legge, infatti, include la parificazione delle tutele previste per i lavori pubblici anche nell’ambito di contratti privati. Inoltre introduce lo strumento della Patente a crediti – sottolinea Pelle – una intuizione nata 21 anni fa in casa Filca e che entrerà in vigore il prossimo 1° ottobre. Ma riteniamo fondamentale agire anche sul fronte del subappalto: una catena di affidamenti troppo lunga è causa di una complessità di gestione del cantiere e genera confusione nell’assegnazione delle responsabilità. Questo non aiuta, come invece dovrebbe essere, le imprese e la qualificazione del lavoro. Non premia chi assume direttamente, chi fa formazione e chi investe nella crescita e nella tecnologia. È fondamentale dare corpo il prima possibile a tutte queste novità legislative: dare concretezza alla Patente a crediti, vigilare sull’applicazione della normativa in particolare nei cantieri privati rilevanti e rivedere il Codice degli Appalti. Solo così – conclude il segretario generale della Filca – possiamo costruire un mercato del lavoro sicuro e regolare, caratterizzato da una competizione d’impresa corretta e di qualità”.

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