“La digitalizzazione nelle costruzioni rappresenta una vera rivoluzione. Il Codice dei Contratti Pubblici prevede l’introduzione del BIM (building for information modelling) dal 1° gennaio 2025 per tutti gli appalti sopra il milione di euro. In questo modo sarà possibile condividere il percorso dell’opera dalla progettazione fino alla realizzazione, coinvolgendo tutti gli attori interessati, per ottimizzarne il valore e le informazioni. La norma, inoltre, affida la possibilità per le stazioni appaltanti di poter utilizzare metodi di gestione digitale anche per altre soglie di lavoro, attraverso punteggi premiali”. Lo dichiara Enzo Pelle, segretario generale della Filca-Cisl nazionale.
“La digitalizzazione dell’appalto di lavori – prosegue – costituisce uno strumento per dare qualità all’intero ciclo del lavoro, perché consente di accrescere la sicurezza e la trasparenza e di semplificare le procedure, migliorando così la qualità complessiva negli appalti. Questo processo, però, è in ritardo: dobbiamo sfruttare tutte le opportunità offerte dal PNRR, perché i suoi obiettivi in diversi casi ci aiutano a modernizzare il sistema pubblico degli appalti di lavori, e probabilmente anche quello privato. La digitalizzazione dei processi – sottolinea Pelle – ci può aiutare a semplificare la gestione dell’appalto, valorizzando tutte le funzionalità. Per ammodernare il Paese è fondamentale gestire bene la complessità costruttiva in funzione qualitativa.
Ecco perché – aggiunge il sindacalista – i provvedimenti per l’introduzione del BIM devono essere preparati nel migliore dei modi, anche per evitare il rischio di inceppare il sistema, sottoposto al continuo cambiamento normativo dell’ultimo periodo. La digitalizzazione è il futuro, ma gli dobbiamo dare qualità accelerando sulla formazione e le nuove competenze e coinvolgendo tutti gli attori, in un’ottica di intervento sinergico e trasparente. Sulla digitalizzazione degli appalti di lavori serve una strategia nazionale: bisogna prendere atto dei vantaggi e delle criticità e tenere in debito conto le debolezze del nostro Paese, non solo delle amministrazioni ma anche del sistema professionale, delle imprese e del lavoro.
Infine – conclude il segretario generale della Filca – giudico positivamente il fatto che molte amministrazioni abbiano attivato iniziative di formazione, acquisendo competenze nuove per consentire la transizione verso questa tecnologia avanzata”.