“Lo stop del Governo allo sconto in fattura e alla cessione del credito come metodi sperimentali di sfruttamento degli incentivi fiscali, deciso con il Decreto Legge numero 39 del 29 marzo 2024, avrà un impatto preoccupante anche sulla eliminazione delle barriere architettoniche. Lo stop generalizzato dell’istituto, infatti, avrà ripercussioni anche sugli incentivi per questo tipo di interventi, che avevano un basso impatto sul totale, pari a 200 milioni di euro di crediti all’anno, ma assume un valore sociale molto elevato”. Lo dichiara Enzo Pelle, segretario generale Filca-Cisl nazionale.
“Le persone che soffrono di limitazioni gravi nel movimento – spiega Pelle – sono oltre 3 milioni, più del 5% degli italiani. 1 milione è rappresentato da anziani sopra i 75 anni di età, e il 29% vive da sola. Lo stop agli incentivi avrà come effetto l’impossibilità per migliaia di cittadini, in condizione di vulnerabilità economica, di poter accedere agli incentivi per l’accessibilità. Un problema non da poco, considerato il loro valore qualitativo all’interno del vetusto panorama immobiliare italiano: bisogna quindi varare una misura che tenga conto della particolarità e delle specifiche declinazioni. Al momento, da quanto si legge nella norma, la cessione del credito per il Bonus Barriere Architettoniche coprirà le spese sostenute fino al 30 marzo scorso.
Fondamentale – sottolinea il segretario generale della Filca – sarà prevedere una specifica misura per la protezione dei soggetti più fragili nell’utilizzo degli incentivi. Ricordiamo, infatti, che il legislatore aveva già trovato una soluzione con il Fondo creato per supportare gli indigenti, attraverso il Decreto Aiuti Quater. Il testo prevedeva un contributo a fondo perduto proprio per coprire le spese di ristrutturazione, supportando le famiglie più fragili nel passaggio del Bonus alla percentuale più ridotta del 90%. Anche il Governo, nel primo stop alla cessione del credito per il Bonus 110, aveva considerato le situazioni di maggiore indigenza e fragilità. Crediamo che sia opportuna un’attenzione particolare per la qualificazione degli edifici rivolta al sociale, all’inclusione e al miglioramento delle condizioni di vita”, conclude Enzo Pelle.