“Nelle giornate di gran caldo una delle priorità è sicuramente quella di garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori impegnati nei settori più esposti, come l’edilizia. Nell’incontro di ieri al ministero dell’Interno il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, ha chiesto che nei luoghi di lavoro ci sia l’attuazione di accordi sindacali per una rimodulazione degli orari e dei turni di lavoro in modo da poter fronteggiare questa vera e propria emergenza climatica. Una richiesta che ha fatto anche il segretario generale della Filca, Enzo Pelle”. Lo dichiara Mario De Lellis, segretario generale della Filca-Cisl Torino.
“Non dimentichiamo – aggiunge – che una circolare dell’Inps prevede il ricorso alla cassa integrazione quando la temperatura supera i 35 gradi, anche solo percepiti, e non c’è la possibilità di operare in luoghi protetti dal sole. La normativa per troppi anni si è occupata più degli eventi meteo invernali, ma bisogna occuparsi anche degli eventi meteo estivi, con un intervento organico sul tema. Anche nei giorni di grande caldo, però, nella nostra provincia abbiamo riscontrato una bassissima attuazione di piani di rimodulazione degli orari di lavoro. Le imprese stradali – aggiunge De Lellis – hanno continuato a lavorare in regime di orario normale, mentre pochi cantieri di rifacimento edifici che lavorano solo su ponteggi hanno modificato l’orario, iniziando al mattino presto. Va tenuta alta la guardia e non bisogna sottovalutare il rischio per i lavoratori.
La Filca Cisl continua con la sua campagna di sensibilizzazione tra i lavoratori e le imprese. I lavoratori del settore edili sono esposti a grandi rischi. Siamo fortemente preoccupati soprattutto per la salute dei tanti over 60 impiegati nei cantieri italiani, che rappresentano ben l’8% degli addetti totali (circa 60 mila sui 746mila totali, come riportato dalla Cnce, la Commissione delle Casse edili). I nostri operatori e gli Rlst – conclude il segretario generale delal Filca Torino – sono impegnati quotidianamente nei cantieri del territorio, non c’è opera o lavoro che valga il sacrificio di una vita umana”.