“Il Codice Appalti, approvato ieri dal Governo, è uno dei target raggiunti dal nostro Paese rispetto alle scadenze del PNRR. Il nuovo codice, che dal prossimo 1° aprile sostituirà il D.Lgs. 50/2016, è uno strumento pienamente operativo e non necessiterà, a differenza del precedente, di una serie di atti di normazione secondaria che spesso sono rimasti inattuati o hanno ricevuto continue modifiche, rallentando di fatto gli interventi. Un quadro normativo di riferimento chiaro e preciso contribuisce a rendere il sistema certo e stabile; tali aspetti sono di fondamentale importanza nel settore della contrattualistica pubblica, poiché gli appalti rappresentano oltre l’11% del Pil italiano”. Lo ha dichiarato Enzo Pelle, segretario generale della Filca-Cisl nazionale.
“Tuttavia – aggiunge – c’è da riflettere sulla piena efficacia del testo e sulla sua effettiva portata innovativa, in quanto, come richiesto da tutti gli attori del sistema, una riforma così importante forse avrebbe avuto la necessità di un periodo di ‘rodaggio’ più lungo rispetto a quanto previsto. Riteniamo inoltre che per la reale riforma del sistema dei contratti pubblici occorra una adeguata formazione per gli operatori, una selettiva riqualificazione delle stazioni appaltanti, l’effettiva attuazione della digitalizzazione e una piena interoperabilità delle banche dati pubbliche. Sicuramente la previsione obbligatoria dell’applicazione del contratto nazionale maggiormente rappresentativo a tutta la filiera, compreso il subappalto, è un aspetto di attenzione fondamentale al mondo del lavoro, da valutare in modo positivo.
Attraverso la responsabilità in solido si rafforzano gli strumenti per il mantenimento degli standard retributivi e contributivi e la sicurezza per i lavoratori. Principi che trovano conferma nella previsione obbligatoria del Durc di congruità. Sul subappalto a cascata, previsto dalla normativa comunitaria e oggetto di diverse procedure di infrazione, ricordiamo che è limitato alla non prevalenza dell’opera; forse – aggiunge il segretario generale della Filca – si sarebbe potuto osare di più, limitandolo al 1° livello e avviando un dialogo con l’Ue. In questa direzione pensiamo che a partire dalle norme regolamentari e dagli eventuali correttivi sarebbe opportuno estendere le regole del subappalto anche alle subforniture e alla subcontrattazione, dove sovente riscontriamo irregolarità e violazioni contrattuali.
Bene la digitalizzazione e la trasparenza, che sono la giusta strada per la semplificazione. La tracciabilità digitale dell’intero ciclo dell’appalto, inoltre, può rappresentare un utile strumento di controllo e prevenzione della corruzione nel settore degli appalti pubblici. Nel complesso il Codice tende a garantire l’interesse prioritario alla realizzazione delle opere, e al contempo a favorire e tutelare i diritti dei lavoratori. Riteniamo utili alcuni correttivi e affinamenti – conclude Pelle – per rendere questo strumento ancora più equo ed efficace, a garanzia della qualità del lavoro e delle risorse pubbliche in un’ottica di sostenibilità non solo ambientale ma anche e soprattutto economico-sociale”.