“Le unità abitative popolari sono quelle che hanno meno utilizzato gli incentivi del Bonus 110, nonostante siano quelle che hanno più bisogno di interventi. È per questo che proponiamo per l’edilizia popolare l’adozione dello stesso sistema normativo utilizzato per il Sisma 2016, con la possibilità di nominare un Commissario che garantisca celerità, legalità e regolarità degli interventi”. Lo dichiara Enzo Pelle, segretario generale della Filca-Cisl nazionale.
“La nuova Legge di Bilancio – spiega – dovrà contenere le nuove disposizioni per il finanziamento dei bonus edilizi e in particolare del Bonus 110. Al momento è possibile prolungare al 2023 il Bonus per le case destinate ad abitazione popolare. La discussione sta vertendo sulle nuove percentuali da mettere a sistema per gli incentivi edili e per le tipologie abitative da finanziare, tendendo a favorire la prima casa. Noi – sottolinea il segretario generale della Filca – sosteniamo da tempo che la Legge di Bilancio sia un’occasione preziosa per sistematizzare gli incentivi statali per la riqualificazione del patrimonio edile del paese, adottando però una differente ripartizione della spesa pubblica destinata, che dovrà contenere i fondi messi a disposizione. Tra questi ci sono i Bonus, il Piano Nazionale Complementare e il Fondo di Coesione, utili a favorire la rigenerazione e la riqualificazione, in un’ottica di sostenibilità complessiva. Questo combinato andrebbe esteso per gli edifici che ne hanno potuto usufruire ben poco, come le unità abitative periferiche. I dati Enea parlano chiaro: il rapporto tra i cantieri del patrimonio residenziale pubblico e quelli per gli edifici privati è di 1 a 84. E Federcasa stima che al 2023 saranno stati utilizzati circa 3-3,5 miliardi di euro per gli immobili popolari. Le problematiche da noi analizzate sono molteplici: la mancanza di interventi precedenti; l’anzianità degli edifici, costruiti per la maggior parte prima dell’entrata in vigore delle normative antisismiche e sull’efficienza energetica, e che non permette il salto di due classi energetiche, come richiesto; l’assenza di interventi antisismici; la complessità nella cessione del credito e nella gestione degli alloggi per gli inquilini”.
“Ma soprattutto – aggiunge Pelle – bisogna adottare lo stesso impianto normativo già utilizzato per la ricostruzione del Sisma 2016. Il sistema prevede la nomina di un Commissario che, in accordo con le strutture pubbliche, gestisca la spesa destinata alla riqualificazione dell’edilizia popolare, attraverso strumenti come il protocollo tipo, l’osservatorio dei cantieri di ricostruzione e le ordinanze, sperimentando buone pratiche di spesa pubblica, da utilizzare come modelli uniformi. Il Commissario, dunque, in accordo con le Prefetture, potrà gestire i pagamenti e monitorare gli andamenti, in una ottica di celerità, legalità e regolarità dell’azione. Prevedere interventi sistematici, riqualificazioni, ma anche demolizioni e ricostruzioni, dove necessario, ci consentirà di avere nuovi edifici a norma, in un’ottica green, sostenibile e sicura anche dal punto di vista del rischio sismico”, ha concluso il segretario generale della Filca.