CANTIERE ITALIA, DALLA CRISI LA SPINTA PER RECUPERARE I RITARDI

CANTIERE ITALIA, DALLA CRISI LA SPINTA PER RECUPERARE I RITARDI

Iniziativa in Cisl alla presenza del ministro Matteoli
Un miliardo e 300 milioni di euro: a tanto dovrebbe ammontare lo stanziamento per ricostruire nel più breve tempo possibile le case danneggiate dal terremoto in Abruzzo. E’ la prima stima fornita dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, che ieri è intervenuto al seminario Cisl su “grandi opere e infrastrutture”. La questione approderà oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri, insieme alla richiesta formulata da più parti, Cisl compresa, di prevedere incentivi per la messa in sicurezza degli edifici, inserendoli nel cosiddetto piano-casa concordato con le Regioni. Il numero uno di via Po, Raffaele Bonanni, che ieri ha chiuso i lavori del convegno, ha posto l’accento in particolare sulla necessità di concentrarsi sulla ricostruzione. “Le polemiche – ha sottolineato il leader della Cisl – le facciamo dopo ora pensiamo a rendere veloci ed efficaci gli investimenti per la ricostruzione”. Bonanni ha poi ricordato che i sindacati hanno chiesto un incontro al Governo “per capire l’entità delle risorse a disposizione e come si intende gestire la ricostruzione”.
A preoccupare la confederazione di via Po, però, non sono solo gli interventi post-terremoto. “La Cisl – ha sottolineato il segretario confederale Giorgio Santini aprendo i lavori – sostiene da tempo il rilancio di un’efficace politica infrastrutturale nel nostro Paese e sollecita importanti investimenti pubblici in infrastrutture, non solo per le grandi opere ma anche per gli interventi di dimensione medio-piccola, realizzabili in tempi rapidi e con procedure veloci, per offrire nuove opportunità ai territori, in particolare a quelli svantaggiati del Mezzogiorno, e per creare nuova occupazione”. Dati alla mano, mentre nel resto d’Europa si investe in media il 3% del pil nazionale in infrastrutture, in Italia si investe soltanto il 2%. Quindi, per allinearsi, l’Italia dovrebbe passare dagli attuali 30 mld a circa 50 mld di investimenti annui in infrastrutture. Anche con il contributo della Cassa depositi e prestiti, che – ha ricordato il presidente Franco Bassanini – nell’assemblea prevista nei prossimi giorni modificherà il proprio statuto e sarà in grado di intervenire con il risparmio postale a sostegno delle infrastrutture e degli investimenti in operazioni di interesse nazionale “sotto qualsiasi forma”, con garanzie, sottoscrizione di debito e assunzione di capitale di rischio. E intanto continuerà a fare quello che fa già: mutui agli enti locali e territoriali, sottoscrizione di fondi per l’edilizia pubblica. E’ in arrivo persino il rilancio del fondo per le infrastrutture F2i, di natura privata ma di cui Cdp è azionista assieme alle fondazioni (favorevoli a una rivisitazione degli obiettivi).
Risorse a parte, però, per la Cisl diventa determinante in questa fase soprattutto l’accelerazione delle procedure di realizzazione. Per questo Santini ha ribadito l’esigenza di procedere con misure straordinarie, prevedendo cabine di regia a livello nazionale e a livello locale per mobilitare tutte le risorse disponibili e per far sì che le opere possano partire immediatamente. La Cisl propone anche il ricorso ai commissari straordinari, sul modello già sperimentato per il passante di Mestre. Oppure la strada di concedere analoghi poteri “straordinari” alle amministrazioni competenti, come l’Anas o le Ferrovie. E nel frattempo, per dare una risposta alla crisi, occorre puntare sulle opere immediatamente cantierabili, in grado di partire nei prossimi mesi. “Ci sono già stanziamenti per un miliardo di euro per interventi di edilizia scolastica” ha ricordato il presidente dell’Ance Paolo Buzzetti. Un miliardo ulteriore è previsto per opere medio-piccole, “molte delle quali sono legate alla sicurezza del territorio, a interventi sugli acquedotti e sulla rete idrica”. Soldi veri, per salvare le centinaia di migliaia di posti di lavoro oggi a rischio in edilizia. Un settore nel quale ogni miliardo di euro investito è in grado di produrre qualcosa come 23 mila nuovi posti di lavoro. Per questo sindacati e imprese – ha ricordato il segretario generale della Filca Cisl, Domenico Pesenti – hanno sottoscritto un protocollo con il quale il settore (che il prossimo 22 aprile riunirà gli stati generali) indica al governo tre priorità per fronteggiare la crisi: sostegno immediato ai lavoratori in difficoltà con ammortizzatori sociali per difendere le professionalità presenti nelle imprese, rilancio delle grandi opere ma anche delle piccole opere attraverso il superamento del patto di stabilità, rilancio dell’edilizia privata, legato però a criteri di certezza della regolarità contributiva delle imprese.
Investimenti nelle opere immediatamente cantierizzabili è anche la richiesta avanzata dalla Fit Cisl che, per voce del segretario nazionale Michele Salvino, ha sottolineato come l’Anas “potrebbe cantierizzare in 2 mesi almeno 100 opere su tutto il territorio nazionale, facendo lavorare imprenditori e lavoratori locali ed investendo prioritariamente nella manutenzione ordinaria e straordinaria della rete attuale”. Investimenti che, poi, si tradurrebbero in una maggiore sicurezza delle nostre strade. Un intervento che lo stesso presidente dell’Anas, Pietro Ciucci, ha definito altrettanto essenziale quanto la realizzazione delle grandi opere di cui si parla in questi giorni, “perché – ha sottolineato il manager – ha un duplice obiettivo: salvaguardare le vite umane e conservare il valore del patrimonio pubblico”.

Ester Crea

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