Roma
Il colosso francese ha ceduto i suoi stabilimenti al Gruppo Sacci
Il gruppo Lafarge abbandona la produzione del cemento in Italia. Il colosso francese, leader mondiale nella produzione di materiali per l’edilizia, ha infatti venduto i suoi due stabilimenti in Abruzzo (Pescara) e Lombardia (Tavernola Bergamasca) al Gruppo italiano Sacci (Società per Azioni Centrale Cementerie Italiane), di proprietà della famiglia Federici.
I vertici del gruppo Lafarge hanno precisato che la transazione, per un importo totale pari a 290 milioni di euro, dovrebbe essere conclusa entro la fine dell’anno e che la vendita si inserisce nel programma di cessioni destinate a una riduzione dei costi. Le due cementerie rilevate dal Gruppo Sacci hanno una capacità complessiva di 1,2 milioni di tonnellate e si aggiungono a quelle di proprietà del Gruppo di Testi-Greve in Chianti (Firenze), Castelraimondo (Macerata), Cagnano Amiterno (L’Aquila) e Livorno. Sacci prevede di aumentare notevolmente la propria attività, e mira a portare il proprio fatturato a circa 300 milioni, quasi il doppio dei 170 realizzati lo scorso anno.
Nel frattempo sono già iniziati i confronti tra le organizzazioni sindacali Filca, Feneal e Fillea e l’amministratore delegato del gruppo Sacci: “L’operazione viene giudicata positivamente dai sindacati – spiega Paolo Acciai, segretario nazionale della Filca – perché è la conferma che il gruppo crede ancora nelle potenzialità del settore del cemento. L’incontro dei vertici del gruppo con le segreterie nazionali per la proiezione del premio di risultato 2008 servirà anche a rendere pubblico il confronto con le Rsu per le nuove strategie aziendali di qui ai prossimi anni. Noi, dal canto nostro, restiamo vigili sulle modalità dell’operazione, soprattutto per garantire gli impiegati della direzione della Lafarge, che ha sede a Milano. È bene ribadire come nelle condizioni dell’acquisto, ovviamente, sia contemplata la garanzia dei livelli produttivi ed occupazionali. A differenza di altre aziende in espansione all’estero – osserva Acciai – Sacci dimostra di riporre fiducia nel mercato italiano e amplia il proprio raggio di azione con due stabilimenti grandi ed efficienti che coprono zone nelle quali il mercato delle costruzioni è vivace, in un panorama italiano non sempre felice”.
La cessione al Gruppo Sacci, infatti, arriva in un momento in cui la contrazione dei volumi di vendita del settore è evidente. I dati del Ministero per lo Sviluppo economico e del Cresme parlano chiaro: “Alla fine del 2008 – dichiara Luciano Bettin, operatore della Filca nazionale – il calo della produzione del cemento rispetto allo scorso anno potrebbe raggiungere i 3 milioni e mezzo di tonnellate, pari a circa l’8% della produzione totale, che nel 2007 è stata di 46 milioni e 700 mila tonnellate. I dati forniti dal Ministero, ed aggiornati allo scorso 30 settembre, dimostrano come la produzione del cemento sia stata pari, nei primi 9 mesi del 2008, a 32 milioni e 940 mila tonnellate. Un calo di quasi 2 milioni e mezzo di tonnellate rispetto allo stesso periodo del 2007. Il dato risente, ovviamente, del rallentamento dell’economia e dell’andamento negativo del settore delle opere pubbliche che, rispetto agli altri investimenti, presenta un utilizzo specifico di cemento più elevato degli altri comparti”.
Vanni Petrelli