Santeramo in Colle (Bari)
Acciai, segretario nazionale Filca: “Bisogna valorizzare il prodotto”
“È solo colpa loro, se la sono cercata. Le scelte unilaterali si pagano. Il sindacato non è solo lo strumento per ottenere aiuti dallo Stato. Il problema è che a pagare le spese di questa crisi sono i lavoratori”. Paolo Acciai, segretario nazionale della Filca-Cisl, non usa mezzi termini per indicare i responsabili della bufera che si sta abbattendo da anni sul Distretto del mobile imbottito, a cavallo tra la Puglia e la Basilicata.
Segretario, vuol dire che la colpa di quello che sta accadendo è da attribuirsi solo alla condotta degli imprenditori?
No, certo. Ma Natuzzi e Nicoletti sono i simboli della crisi: tirano la cinghia, non concertano e poi, quando si trovano alle strette, chiamano il sindacato per mettere in Cassa integrazione gli operai. La crisi è globale, questo è indubbio. Ma di fronte ai primi campanelli di allarme si è continuato con testardaggine a far finta di nulla. Due esempi: perché le aziende del Distretto non partecipano ai bandi su ricerca e innovazione del Ministro dello Sviluppo economico? Potrebbero ottenere un risparmio del 40% sul credito d’imposta. Perché non applicare il gioco di squadra facendo acquisti collettivi, invece di continuare a farsi concorrenza tra di loro? Ancora oggi il Distretto industriale lucano si limita a chiedere finanziamenti pubblici, l’abbattimento dell’Irap, la riduzione dei premi Inail, e ben poco ha fatto in attività di ricerca, di coesione tra imprese, di proposte e progetti utili al rilancio del settore.
Ci sono speranze per far ripartire il Distretto del mobile imbottito e salvare la Natuzzi?
La situazione al Gruppo di Santeramo è davvero complicata. Siamo riusciti a scongiurare il rischio di 1.200 esuberi, ma per risalire la china è necessario iniziare un concreto percorso di rilancio del Distretto murgiano. A settembre partirà un tavolo per affrontare la crisi, ma è necessario introdurre novità eclatanti, quale potrebbe essere la contrattazione di II livello, distrettuale.
Il sindacato come si sta muovendo?
È finalmente iniziato un confronto con Cgil, Cisl e Uil per rilanciare concretamente, anche seguendo il modello spagnolo, l’area distrettuale, per evitare di ritrovarci tra un anno con l’avvio delle procedure di mobilità, che sarebbero un vero dramma per l’intera area. Abbiamo inoltre interessato il referente della Cisl per il Made in Italy. È solo con la valorizzazione del prodotto, infatti, che si potrà tentare un’inversione di tendenza.
La Natuzzi è nota per il bassissimo tasso di sindacalizzazione e per il pessimo rapporto tra vertici del gruppo e organizzazioni sindacali. Nota un diverso approccio dell’azienda? Sta cambiando qualcosa?
È stato un fuoco di paglia. Sembrava che ci fosse un nuovo atteggiamento dell’azienda, finalmente aperta alle organizzazioni sindacali e propensa a coinvolgere le strutture territoriali nella contrattazione di secondo livello. Ci siamo ricreduti dopo poco.
La linea dura può servire? Il primo, storico sciopero del 2005 ha fatto registrare un’adesione altissima. Idem per quello del 2006.
Non è stato facile convincere i dipendenti del Gruppo, terrorizzati all’idea di incrociare le braccia e bloccare la produzione. Ma è da quel momento che finalmente il sindacato ha avuto maggiore voce in capitolo. Restare uniti e coordinarsi penso sia la linea giusta per scongiurare il peggio.
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LE DICHIARAZIONI DEI PROTAGONISTI
La Cisl e la Filca hanno seguito da sempre le vicende del Distretto del mobile e del Gruppo Natuzzi. In poco più di 5 anni Conquiste del Lavoro, il quotidiano della Cisl, ha pubblicato oltre 130 articoli sul tema, consultabili su questo sito. Un impegno costante delle strutture nazionali, regionali, provinciali e comunali di Cisl e Filca al fianco dei lavoratori del Gruppo. Di seguito alcune dichiarazioni di quanti, sul territorio, sono impegnati in questa difficile partita.
La sinergia tra i sindacati di categoria e le confederazioni non potrà che portare buoni risultati. Tutti insieme, lavoratori, sindacati confederali e categorie potremo avere più voce in capitolo e dare al settore quello scossone in grado di invertire la rotta. Oggi nell’intero comparto sono occupate 6.000 unità, 6 anni fa erano quasi 18.000. Si tratta di una emergenza che si trascina oramai da diversi anni e che necessita di un intervento deciso da parte delle istituzioni. L’azienda, come dichiarato più volte, non vuole abbandonare il territorio. Nel 2002 le imprese del settore nel Distretto erano oltre 500, oggi meno di 200. Una emorragia di posti di lavoro quantificabile in oltre 12.000 esuberi. Bisogna intervenire!
(Enzo Gallo, segretario generale Filca Puglia)
La Cassa integrazioni in Basilicata è aumentata del 400% nel 2007 rispetto all’anno precedente. È un dato eloquente che dimostra come l’economia lucana sia in fortissima difficoltà. Bisogna quindi far ripartire il settore, che è il fiore all’occhiello della nostra regione e che costituisce una risorsa per migliaia di famiglie. Solo interventi mirati e fatti su misura per il Distretto del mobile imbottito potranno permettere al settore di riconquistare quel prestigio e quella fetta di mercato che solo pochi anni fa poteva vantare.
(Michele La Torre, segretario generale Filca Basilicata)
Mai come in questo momento siamo vicini ai lavoratori ed alle loro famiglie, in molti casi monoreddito. La nostra azione è volta a scongiurare il rischio di esuberi e a cercare di ridare slancio all’intero settore con politiche nuove e lungimiranti.
(Tommaso Contaldo, segretario generale Filca Bari)
Tra gli operai a rischio di esubero ci sono tante donne, che sono anche mogli e madri. Donne che in anni di sacrificio hanno reso grande l’azienda ed accumulato esperienza e professionalità. È un patrimonio che non solo va salvaguardato ma che va valorizzato ed incentivato. Fa male dirlo, ma i metodi ed i ritmi di lavoro imposti in azienda purtroppo hanno spesso comportato gravissimi problemi di salute per le donne in gravidanza, che in qualche caso hanno perso il bimbo.
(Margherita Dell’Otto, segretario Filca Basilicata)
Stiamo conducendo una vera battaglia al fianco dei lavoratori. Devono fidarsi di noi, e capire che solo insieme potremo farcela. Il nostro impegno è costante ma i nostri sforzi sarebbero vani senza la collaborazione dei lavoratori.
(Vito Lincesso, segretario generale Filca Taranto)
Ogni giorno qualche mio collega, prima sempre scettico, mi chiede la tessera della Filca. È un premio al nostro impegno in azienda ed al lavoro svolto quotidianamente dalla Filca, a tutti i livelli. Mi auguro di avere sempre più colleghi iscritti, perché l’unione fa la forza!
(Raffaella Leone, delegata Filca-Cisl)
Vanni Petrelli