Roma
Il lavoratore edile, iscritto alla Filca, era morto sul cantiere nel 1999
Sono state accolte le istanze di risarcimento dei familiari di Giulio Pacitto, l’edile iscritto alla Filca-Cisl morto nel 1999 sul lavoro ed ucciso un’altra volta dalle incredibili lungaggini burocratiche di un processo penale divenuto un vero stillicidio. La storia di Giulio era stata sollevata da Andrea Cuccello, segretario della Filca di Roma, e pubblicata su Conquiste del Lavoro il 26 marzo scorso. Pacitto dopo quattro giorni di sofferenze morì in ospedale a causa delle ferite riportate su un cantiere della Irti Lavori Spa, azienda impegnata nella realizzazione del raddoppio della linea ferroviaria Roma-Viterbo. I familiari dell’uomo, moglie e sei figli, hanno lottato 9 anni per ottenere giustizia. Il percorso processuale, iniziato nel 2001, è stato lungo e tribolato, caratterizzato da una serie interminabile di rinvii, cavilli, rimpalli. Il processo è durato quattro anni, quattro anni di istruttoria. Nel frattempo era sopraggiunto anche il fallimento della Irti Lavori Spa. Nel 2005 l’imputato, che era il capocantiere, è stato assolto con formula piena perché ‘il fatto non sussiste’. Il legale della famiglia Pacitto ha fatto domanda al Pubblico Ministero del Tribunale di Roma, affinché appellasse la sentenza di assoluzione, richiesta avanzata anche come parte civile dall’Inail e dai familiari di Pacitto. La curatela fallimentare della Irti Lavori Spa ha promosso appello incidentale chiedendo di essere estromessa dal processo. Nel frattempo venne applicata la legge ‘ex Cirielli’, che prevedeva che il Pubblico ministero non potesse appellare le sentenze di assoluzione. Il processo di fatto è stato bloccato per due anni in attesa che la Corte Costituzionale si pronunciasse sulla possibilità di appello da parte del Pm del tribunale per le sentenze di assoluzione: uno degli effetti delle famose leggi ‘ad personam’ del Governo Berlusconi. Scongiurato il rischio di uno stop il processo di appello è ripreso il 5 marzo scorso. La sentenza che ha accolto la richiesta di risarcimento è arrivata il 22 maggio. Nove lunghi anni per ottenere un risarcimento giusto di fronte ad un evento ingiusto, tragico e terribile come la morte di un familiare.
Vanni Petrelli