EDILI, SCIOPERO PER IL CONTRATTO

EDILI, SCIOPERO PER IL CONTRATTO

Roma
Rottura con Ance su carenza malattia, part-time e salario
Domani sventoleranno in tutta Italia le bandiere tricolori della Filca, nella giornata dello sciopero nazionale degli edili. In quasi tutte le città, infatti, sono previsti manifestazioni e presidi presso le sedi dei collegi dei costruttori. “Manifestiamo per difendere il più elementare diritto dei lavoratori – afferma Domenico Pesenti, segretario generale della Filca-Cisl – vale a dire il rinnovo di un contratto scaduto da quasi quattro mesi e fermo per le posizioni strumentali e pregiudiziali della controparte”. Nel corso dell’ultimo incontro tra i sindacati di categoria Filca-Feneal-Fillea e l’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) la trattativa si era interrotta su punti fondamentali del contratto. L’Ance, che ha riunito nei giorni scorsi gli organismi dirigenti, ha confermato le posizioni di chiusura, dando di fatto il ‘via libera’ allo sciopero nazionale di 8 ore dei lavoratori edili, che in Italia sono circa 1 milione e 250mila. . “La controparte – osserva Pesenti – ha smentito le proprie intenzioni, espresse già a partire dal primo incontro, di procedere ad una rapida chiusura della trattativa. In questi giorni abbiamo organizzato centinaia di assemblee nei luoghi di lavoro, per informare i lavoratori circa i motivi della rottura. In particolare le nostre posizioni restano lontane sulla prestazione economica di malattia, la regolamentazione del part-time, le richieste salariali e la loro decorrenza oltre alla copertura dei 4 mesi di vacanza contrattuale”. La prestazione di malattia è uno degli argomenti più spinosi e dibattuti del nuovo contratto degli edili, scaduto il 31 dicembre scorso. La malattia, infatti, è ancora oggi oggetto di carenza per i primi tre giorni, una ingiustizia palese ai danni dei lavoratori edili che si trascina oramai da anni e che rappresenta l’unico caso del genere tra i contratti dell’industria. “In molte parti d’Italia – dichiara il numero uno della Filca – la contrattazione di secondo livello del settore edile ha già offerto un quadro di soluzioni articolate territorialmente, una circostanza che si è verificata nel 61% delle Casse Edili. Ma riteniamo indispensabile regolamentare la normativa sulla carenza malattia nella parte contrattuale nazionale”. Ma il muro a muro tra Filca-Feneal-Fillea e Ance è evidente anche sull’applicazione del part-time per i lavoratori dell’edilizia, un settore caratterizzato da pesanti processi di destrutturazione della manodopera e nel quale da sempre il part-time viene considerato una forma di lavoro impropria. “Il ricorso al part-time – accusa Pesenti – costituisce quasi sempre un modo per aggirare i processi di regolarizzazione sollecitati dalle nuove norme introdotte dal Governo per combattere il lavoro nero e irregolare e favorire la sicurezza sul lavoro. I tentativi perpetrati dall’Ance di introdurre nella contrattazione nazionale nuovi elementi di flessibilità appaiono davvero gravi ed incomprensibili”. Infine, ma non da ultimo, la parte economica: “La nostra richiesta di aumento salariale – conclude il segretario generale della Filca – quantificata in 105 euro, dopo ben nove incontri è ancora inevasa. Oltre non si può aspettare”.
IL VOLANTINO DELLO SCIOPERO
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