Edili in festa per costruire la casa dei diritti e delle tutele

Edili in festa per costruire la casa dei diritti e delle tutele

Roma
Apre oggi la II Festa nazionale del socio Filca. Fino a sabato nei locali di una ex filanda trevigiana, a Santa Lucia del Piave, la Kermesse dedicata a tutti gli iscritti
Il significato dell’evento nell’intervista al segretario Pesenti
SI SVOLGERÀ da oggi, 22 settembre, fino al 24, la II° Festa nazionale del socio Filca presso il Centro Fieristico di Santa Lucia di Piave (Tv). Nel corso dell’iniziativa verranno affrontati importanti dibattiti centrati su problematiche attuali quali “delocalizzazione e sviluppo produttivo” ed “esperienze a confronto tra anziani e giovani Filca”. L’evento si chiuderà con le conclusioni del segretario generale della Filca Cisl nazionale, Domenico Pesenti, seguite dalla premiazione di 43 soci della Filca, in rappresentanza di tutti i delegati, come ringraziamento del loro lavoro svolto. Al segretario generale degli edili Cisl abbiamo chiesto di entrare nel merito dell’iniziativa di quest’anno. Quali motivi vi hanno spinto a ripetere l’esperienza del 2004? Dopo il successo riscontrato con la prima esperienza dello scorso anno a Bagnoli, dove abbiamo visto la partecipazione di quasi mille lavoratori e delegati dei settori che tuteliamo, provenienti da ogni regione d’Italia, abbiamo voluto ripetere quest’iniziativa al centro del quale c’è il “socio”, come unico e vero titolare dell’associazione e come simbolo dell’impegno ideale e di volontariato su cui si riconosce il sindacato. Un impegno premiato dai lavoratori… Sì, i lavoratori sempre più scelgono di associarsi alla Filca, sindacato a cui dare la fiducia e rappresentanza delle loro tutele: basti pensare che nel 2004 abbiamo avuto un incremento di 13.713 soci pari al 6,09% in più, rispetto al 2003, raggiungendo 238.754 associati. Quante deleghe vengono sottoscritte ogni anno? Mediamente, ogni anno vengono sottoscritte circa 70 mila nuove deleghe per far fronte alla grande mobilità associativa che si verifica soprattutto nel settore dell’edilizia. Oltre cinquecento quadri sono impegnati a tempo pieno nelle 106 strutture territoriali e nelle 21 Federazioni regionali e circa 5.500 delegati e attivisti sono impegnati nei luoghi di lavoro e nel territorio”. Qual è a suo avviso l’obiettivo di fondo della Festa? La Festa nazionale del socio Filca ha lo scopo di rafforzare e valorizzare il ruolo e la partecipazione dei soci alla vita dell’organizzazione, creando momenti di riflessione per discutere sulle politiche necessarie per migliorare e rafforzare le tutele e quindi le condizioni di lavoro e di vita. E come dimostra lo slogan che abbiamo scelto per la locandina della manifestazione: “Il socio sempre in primo piano”, vogliamo mantenere al centro della nostra azione sindacale questa figura, che rappresenta una condizione per agire in autonomia rispetto alle forze politiche. Riteniamo che proprio con la diffusione della nostra cultura ed il modo di “fare associazione”, il sindacato sarà lo strumento per avere un ruolo da protagonisti sia nel mondo del lavoro che nella società.
manifestofesta

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Claudio Sottile

Appuntamento per rafforzare l’identità politica ed organizzativa
Un successo edificato ogni giorno
Nei locali di un ex-filanda del comune di Santa Lucia di Piave nel Trevigiano, la Filca svolgerà la II^ Festa Nazionale del socio. Un’occasione per ritrovarsi assieme ai tantissimi lavoratori e delegati che ogni anno scelgono di aderire alla Filca-Cisl condividendone idee e progetti. Questa conferma la capacità della nostra Associazione di dare “una mano” alle migliaia di lavoratori che ogni giorno incrociamo nella nostra missione sindacale e che ripongono nella Filca e nella Cisl la loro fiducia per un futuro migliore. Ma vuole essere anche l’occasione per rinsaldare e rafforzare il Modello Filca e la forte identità politica e organizzativa dei suoi quadri e dirigenti costruita in tanti anni di duro lavoro nei luoghi di lavoro e nel territorio. Un modello, che partendo dal forte radicamento territoriale “permette” ai nostri dirigenti di costruirsi, un’esperienza robusta nel lavoro d’ogni giorno; una pratica contrattuale e concertativa con le istituzioni e la Pubblica amministrazione, una capacità nella gestione degli Enti Paritetici, un lavoro sindacale tra le piccole e medie imprese, la capacità di garantire tutela e rappresentanza nei luoghi di lavoro. L’essere stati capaci, come Filca, a tutti i livelli di costruire una organizzazione forte e autonoma , diffusa e ramificata nel territorio ci ha consentito, da anni, di dare adeguate risposte alle richieste di tutela che ogni giorno, decine e decine di lavoratori pongono al sindacato. Questa capacità di presidiare il territorio, ogni anno quasi 70.000 nuovi soci aderiscono alla Filca Cisl. Una capacità di proselitismo che ha portato la nostra Federazione a raggiungere nel 2004 = 238.754 associati che cresceranno anche nel 2005 superando la soglia dei 245.000. La Festa del Socio vuole anche consolidare e rafforzare il patrimonio e la cultura “Filca” sulla: – gestione trasparente nell’uso delle risorse economiche e finanziare che provengono dai lavoratori; – destinazione al territorio e ai luoghi di lavoro delle risorse umane (oltre 530 operatori a T.P.) e finanziarie (84 % del risorse complessive sono destinate al livello territoriale); – massima attenzione al rispetto delle regole e delle norme statutarie e regolamentari che autonomamente come Filca e Cisl ci siamo dati; – utilizzo delle banche dati e dell’anagrafe dei soci a tutti i livelli. Nel corso della tre giorni del ” socio Filca ” sono previsti due significativi appuntamenti di riflessione sui temi sindacali: – una tavola rotonda per approfondire il tema della delocalizzazione produttiva nei nostri settori, in particolare nel settore del legno-mobile-arredamento, fortemente interessato da questi processi di internalizzazione per comprenderne meglio i caratteri distintivi e costruire ma maggiore capacità di gestione sindacale. – un confronto tra giovani e anziani Filca sulle diverse esperienze vissute e maturate in epoche diverse e sulla capacità dell’organizzazione, ieri come oggi, di affrontare le sfide del futuro. La Festa del socio vuole anche essere l’occasione per stare assieme e divertirsi. Nell’intenso programma sono previste diverse iniziative di carattere sportivo, musicale e culturale. Un torneo di calcio: verranno formate delle squadre a livello regionale che disputeranno degli incontri presso il Campo sportivo di S.Lucia di Piave. Le finali per i primi quattro posti con relative premiazioni avverrano nel primo pomeriggio del venerdì. Una gara podistica “la Filca corre…..”: nella prima mattinata di sabato si svolgerà la corsa podistica che si articolerà su una distanza di 5 km, percorrendo due volte un circuito cittadino di S. Lucia di Piave. Rassegna Eno-gastronomica delle regioni FILCA: riprendendo la positiva esperienza di Trevi, le strutture regionali FILCA si “confronteranno” sul piano eno-gastronomico esponendo e facendo degustare i prodotti tipici regionali. Un confronto fine a serata inoltrata, fino all’ultimo bicchiere di vino, dei salumi, dolci e formaggi. Il tutto al suono della musica folk. Inoltre, è stata organizzata anche una lotteria a premi, l’estrazione dei biglietti avverrà alle ore 23 di venerdì. L’incasso dei biglietti verrà devoluto in beneficenza ad un ente umanitario.

Antonio Ceres – Segretario organizzativo Filca Cisl

Dalla esperienze nel territorio nasce la storia dell’organizzazione
Alì da Milano
Alì Mohamed Ben Salah è un uomo di quarantadue anni e sembra un “giovanotto”. Lo incontro in una sede sindacale e ciò che colpisce è la sua voglia di raccontarsi: è in Italia dal 1987 quando a – ventitre anni – decide di venire nel nostro Paese “…. da solo”, come tiene a precisare, lasciando mamma , papà, un fratello e quattro sorelle. Stava studiando in un liceo a Tunisi, la città dove è nato nel ’63; ma la necessità di “aiutare la famiglia” e – forse (almeno questo non lo dice chiaramente) – una non travolgente passione per i libri , lo convincono a cercare un lavoro, anche fuori frontiera. Questa decisione è aiutata da una legge tunisina dell’86, che esenta i giovani dal servizio militare e da una relativa facilità a scegliere l’Italia come meta per “costruirsi un avvenire”. E così il nostro settore edile, dove l’ingresso di immigrati era – anche allora – più facile, si avvale di un nuovo “imbianchino”. Ma è un lavoro precario, non regolare, che espone a mille fatiche chi lo pratica, figuriamoci in un paese che ancora non si conosce. Anni duri per Alì, aiutato prima da pochi amici come lui immigrati e poi – sempre più – da colleghi italiani. Nei primi mesi dell’89 torna a Tunisi dove la mamma, già anziana sta male. Le sta vicino fino all’ultimo, poi riempie di nuovo la valigia e torna a Milano. Nell’anno successivo le cose cambiano: l’immigrato clandestino diventa “regolare”almeno per due anni (ricordate la Legge Martelli?). Con lui viene regolarizzato anche il rapporto di lavoro e per cinque anni Alì rifornisce regolarmente di benzina i serbatoi delle automobili milanesi. Fare il benzinaio, si sa, ti fa conoscere tanta gente e così qualcuno ripropone l’edilizia. Siamo nel ’94 e anche questo nuovo rapporto di lavoro è “regolare”, nella C.I.S.A. (Compagnia Italiana Strade Asfalti, azienda con trenta dipendenti). In questo ambiente Alì conosce il sindacato: due operatori della Filca, Giuseppe Costa (ora in pensione) e Roy Ganfabowatta (oggi all’Ufficio Immigrati di Brescia) lo convincono ad associarsi e “fare il delegato”. Compito che Alì svolge bene, tanto che al Congresso del ’97 viene eletto nel Consiglio Generale della Filca di Milano. Nel ’99 c’è un’offerta di lavoro economicamente più vantaggiosa ed Alì è alle dipendenze della D.F. Asfalti (venticinque dipendenti); stesso settore e spessore aziendale simile. A rendere più articolate le cose il fatto che mentre prima, in azienda, era presente solo la FILCA, qui Alì si confronta con le altre due organizzazioni sindacali. Ad agosto 2000 Alì viene invitato negli uffici della Filca di Milano e lì Daniele Pizzaioli (operatore della Filca scomparso per un male incurabile l’anno successivo) e Franco Turri (allora Segretario Generale della Filca Milanese) gli propongono di entrare a tempo pieno tra gli operatori della FILCA. Opportunità che Alì accetta e nella quale è tuttora impegnato. Qualcosa in più merita ancora di essere annotata: Alì è sposato con l’italianissima Anna dal 1987 (insomma appena arrivato) ha due figlie (che dice bellissime), Karima di sette anni e Amel di sei e “sta cercando” la terza. Ogni anno torna almeno una volta a Tunisi per visitare la sua famiglia. Se fate domande che a voi sembrano meritare risposte complesse, vi risponde con una semplicità quasi disarmante: “avresti potuto fare scelte diverse”, perché la Filca? “Prima di tutto perché mi lascia libero nelle mie opinioni e poi perché sono un buon musulmano”, “cosa c’entra quest’ultima cosa?” dico io. E lui: “se è vero che nella Cisl ci sono tanti cattolici …… avere in comune il credere in qualcosa aiuta a lavorare bene per obiettivi condivisi”. “Cosa ti aspetti dalla Filca?” “che diventi sempre più grande e più forte anche con il mio aiuto”. Quando ci lasciamo ha una certa fretta: deve portare le figlie al Centro Culturale tunisino. Legge la domanda nel mio sguardo e mi anticipa: “guarda che io non ho tagliato i ponti con le mie origini, Karima ed Amel devono imparare la lingua araba. Anzi, già dopo sei mesi dopo il matrimonio avrei potuto richiedere la cittadinanza italiana; l’ho fatto solo da pochi mesi per essere in regola con la legge attuale”.

Lanfranco Vari

Enzo dalla Calabria
Parliamo con Enzo Pelle, oggi Segretario Generale della Filca Regionale della Calabria: è nato a Genova a metà luglio del 1962 (i genitori di origine calabrese sono lì dalla fine degli anni ’50 e a completare la famiglia ci sono anche due fratelli). Nel 1966 il ritorno per tutti a Gerace (Reggio Calabria), un paese collinare noto per la rilevanza storica , dove frequenta le scuole dell’obbligo e dove due nuovi arrivi contribuiscono ad aumentare il nucleo familiare. Enzo si iscrive alla scuola media superiore, l’Istituto tecnico per il turismo a Gioiosa Marina , un paese ad una decina di chilometri da casa e a 14 anni inizia a lavorare – seppure saltuariamente – seguendo il padre, che è un muratore. Lo fa, come si usa dire “in nero”, ma d’altra parte deve pur guadagnare qualcosa per continuare a studiare. Trova anche il tempo per impegnarsi – con buoni risultati – in diverse associazioni culturali e sportive. Ne vuole citare almeno due: “l’Associazione Giovanile per lo sviluppo montano” ed il “Club Magna Grecia”, il primo gruppo di cicloturismo calabro ad avere raggiunto la Serie A della categoria (questo lo dice con tanta enfasi che sembra vederlo pedalare). Per due stagioni estive lavora anche come “idraulico forestale”, riuscendo a mettere da parte il gruzzoletto necessario a continuare gli studi. Nel 1981 si iscrive, infatti, all’Università di Bologna , facoltà di Economia e Commercio. Durante tutto questo percorso di studi è aiutato dall’Opera universitaria, che gli garantisce il presalario e l’alloggio; ma non sono sostegni sufficienti ed ancora una volta ricorre a tanti “lavoretti di ripiego”, accettando di fare di tutto e non solo d’estate. D’inverno spala la neve agli scambi ferroviari della stazione di Bologna. Certo è dura, ma a febbraio del 1986 arriva la laurea (tesi sul “Bilancio d’Esercizio e IV Direttiva CEE). Il mese successivo rientra in Calabria ed a giugno riparte, questa volta per il Servizio Militare, verso la Sicilia , Catania , dove è carrista nella “Sammaruga”. L’anno successivo è di nuovo a casa ed inizia a frequentare uno Studio Professionale, dove lavora a tempo parziale e – ancora una volta – “in nero”. Nel 1989 viene selezionato dallo IAL per docenze di informatica in corsi di formazione professionale ed in uno di questi incontra la futura moglie. Nel 1990 inizia a svolgere supplenze nelle scuole superiori statali ed a collaborare con la CISL di Locri, avviando l’attività dei servizi fiscali. Attività che in pochi anni si sviluppa e lo impegna sempre di più. L’accorpamento dei comprensori sindacali di Locri e Gioia Tauro con quello di Reggio Calabria rende necessaria la sua competenza tecnico-amministrativa a diverse categorie (Filca, Fisba, Anolf, la stessa Cisl). Sono anni di lavoro proficuo, tanto da venir nominato dalla Cisl, quale componente del Comitato Provinciale Inps di Reggio Calabria e dalla Filca nei Consigli d’Amministrazione della Cassa Edile e Scuola Edile. Nella Locride, intanto, continua ad occuparsi di servizi fiscali ed in aggiunta cura l’assistenza di Lsu e Lpu (lavoratori socialmente utili e lavoratori di pubblica utilità). Nel frattempo si sposa (Lina è un’insegnante nelle scuole elementari a Rocca di Papa, in Provincia di Roma) e -siamo nel 1995 – stabilisce la famiglia a Locri, dove diventa anche papà grazie all’arrivo di Marco. Sul piano degli impegni, è attivo anche nella CISL per la realizzazione del Patto Territoriale e nella Filca Nazionale – Congresso di Maiori – viene eletto nel Collegio dei Sindaci. L’attività di Pelle, pendolare, si svolge prevalentemente su Reggio Calabria e, divenuto papà per la seconda volta, grazie all’arrivo di Silvia, decide di trasferirsi a Reggio Calabria, prima da solo e poi con la famiglia, anche a seguito della nomina ad Amministratore del CAAF Cisl di Reggio Calabria. Il CAAF in questo periodo si sviluppa intensamente ed assorbe molte energie. Qualche anno dopo gli è proposta la direzione della Scuola Edile di Reggio Calabria, perciò man mano si dimette dai diversi incarichi che ricopre, perché incompatibili o impossibili da gestire per mancanza di tempo materiale. Dopo quattro anni di direzione dell’Ente Scuola, con ottimi risultati, è eletto Segretario Generale della Filca di Cosenza, nel settembre 2003, per cui si trasferisce in questa città, prima lui e poi la famiglia. A febbraio 2004 viene eletto Segretario Regionale della Filca Calabria e viene riconfermato nell’incarico durante la fase congressuale.

L.V.

Maurizio da Roma
Maurizio Loddo è un “lavoratore del legno”. Quando viene a trovarmi per raccontare la sua storia esordisce così: “Forse hai sbagliato persona, in questo periodo non sto lavorando, non ho un posto di lavoro”, “va bene” – dico io – “ma tu racconta lo stesso, poi vedremo se vale la pena”. Si mette comodo sulla sedia, spenge il cellulare, tira un lungo sospiro ed inizia a parlare, lentamente e senza interruzioni. Nasce a Roma a gennaio del ’65 e “respira trucioli” da subito poiché il papà Giovanni è il titolare di una ben avviata falegnameria; la stessa dove comincerà a lavorare, solo d’estate, già dall’età di quindici anni. Dopo la scuola dell’obbligo si iscrive in un istituto tecnico da quale uscirà, a venti anni, con il Diploma di Perito Elettronico. Per un anno si cimenta in diversi lavori (saltuariamente e rigorosamente in nero, come tiene a precisare). Si tratta di aspettare la partenza per il Servizio Militare, che avviene a cavallo tra ’86 e ’87, non ricorda bene, e che lo vede presente nel “Genio trasmissioni” tra la Sardegna, l’Abruzzo e la sua città. Dalla fine della leva, per tre anni, è ancora alle prese con tanti lavori occasionali (“ho fatto un poco di tutto” – dice sorridendo e negli occhi una strana nostalgia, riferita a chissà cosa – “dal commesso al rappresentante di commercio”. Nel 1990 la falegnameria paterna è ancora in piena attività, ma Maurizio preferisce cogliere l’occasione di essere assunto dalla S.I.I.L.A. (Società italiana industria legno e affini). È una azienda di Castel Romano, alle porte della capitale, dove lavorano già una cinquantina di persone, tra operai e impiegati. Il rapporto che lo lega all’impresa è un contratto di Formazione e Lavoro, “come già per tanti lì dentro”. Dopo due anni arriva l’assunzione a tempo indeterminato; la S.I.I.L.A. produce infissi e Maurizio, “operaio di terzo livello”, è addetto al Controllo di qualità di porte e finestre. Nel ’96 succede qualcosa di inatteso e che nessuno sa spiegare: pur rimanendo immutata la proprietà, il nome dell’impresa diventa S.I.L.A. Progetti. Ma è anche il momento – soltanto un anno dopo – perché arrivi una promozione a Capo del Reparto finiture e montaggi (dieci lavoratori). Nel 2000 qualcosa “comincia a non andare”: gli stipendi erogati in ritardo, problemi con le forniture, i clienti che non pagano. Insomma “la fabbrica scricchiola” – dice Maurizio allargando la braccia sconfortato – e “cambia nome nuovamente. La nuova ragione sociale è V.S.A. (Visconti serramenti ed affini) ed il numero dei lavoratori è sceso a trenta. Si tira avanti, pur fra mille e più difficoltà, fino al 2002, quando arriva la richiesta di C.i.g.o. (Cassa integrazione guadagni ordinaria) per tutti a zero ore per tre settimane. Non è un “fulmine a ciel sereno” ed il peggio deve ancora arrivare: la proprietà ipotizza una cessione, c’è bisogno di fare l’inventario. Le settimane in C.i.g.o. diventano cinquantadue, il massimo possibile. Anche per questo “ammortizzatore sociale” le cose sono però più complicate del previsto: l’Inps non procede alle erogazioni perché – sostiene – “non tutta la documentazione è a posto” (mancano, viene da pensare, i presupposti per la ripresa produttiva). Mentre ci si affanna a trovare qualche rimedio, senza tuttavia riuscirci, è ormai tempo di tornare a lavoro e qui la grande sorpresa: i cancelli sono chiusi e l’attività non verrà più ripresa. Partono lettere alla Direzione aziendale e denunce a Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza; gli uffici legali del sindacato si attivano per il recupero dei crediti (“ma noi pensavamo anche all’avvenire”, sottolinea Maurizio). Il 31 marzo 2004 il tribunale dichiara il fallimento della V.S.A. e per i lavoratori inizia l’anno di Cassa integrazione guadagni straordinaria previsto nell’art. 3 della legge 223/91. Quando Maurizio arriva in azienda (era il ’90) l’Organizzazione sindacale molto presente è la Fillea, di iscritti alla Filca ce ne sono solo tre. Dopo otto mesi di lavoro decide di essere il quarto. Alla domanda, scontata, del “perché la Filca?” una risposta non dissimile da tante altre, ma con qualcosa in più: “perché con gli uomini della Filca potevo valutare, ragionare, dire la mia. Trovavo spazi di discussione che altrove mi erano negati. Quando parlavo, prima con Stefano Macale (oggi Segretario generale della Filca di Roma) e poi con Marco Federiconi (oggi nella Segreteria romana), non ero sempre d’accordo con loro, a volte dissentivo apertamente, ma avvertivo che stavano comunque dalla mia parte. Ed eravamo, siamo, amici. Ecco, del Sindacato ho avuto questa percezione: è si una Organizzazione che vive di regole e di statuti, ma è anche una grande famiglia, è anche un bel gruppo di amici. Come avremmo potuto altrimenti gestire insieme alcuni momenti della storia aziendale, tipo il passaggio dalla S.I.I.L.A alla S.I.L.A. Progetti quando – pur di continuare a lavorare – rinunciammo alla quattordicesima mensilità, alla indennità trasporti, al servizio di mensa interno?”. Oggi Maurizio è in cerca di un nuovo lavoro e sta già vagliando delle proposte che provengono anche dal settore del legno. Mentre gli auguro ogni bene possibile, non resisto alla tentazione e chiedo: “ti iscriverai ancora al Sindacato? E sceglierai nuovamente la CISL?”. Lui mi stinge la mano e dice: “certo che lo farò, ma dipenderà dalle persone che incontrerò: dovranno essere amici leali come quelli dei quali ti ho parlato”. “vedi Maurizio – lo saluto così – non ho sbagliato persona. Raccontare la tua storia e come questa si è incontrata con la Filca è una cosa che merita di essere fatta”.

L.V.

Altre notizie