Modena
Indetto per oggi dopo l’incidente mortale ad un lavoratore senegalese
Un operaio senegalese di 36 anni è stato stritolato e ucciso da un miscelatore nel quale stava eseguendo lavori di manutenzione straordinaria in un cantiere fornitore della Tav, la linea ad alta velocità ferroviaria, a Lesignana di Modena. Per il lavoratore non c’è stato scampo. Nel cantiere, di proprietà della ditta subappaltatrice Taglini, vengono realizzate le travi in calcestruzzo per la realizzazione del viadotto “Modena” e tra i macchinari c’è un impianto di betonaggio. Nella seconda parte del pomeriggio, secondo la ricostruzione dei tecnici, è stata eseguita la pulizia dell’impianto ed è poi intervenuto personale di un’altra azienda, che fornisce la manutenzione straordinaria delle macchine. Per cause in fase di accertamento, il miscelatore si è messo in movimento mentre l’operaio eseguiva il proprio lavoro, stritolandolo. Il miscelatore è stato messo sotto sequestro dall’autorità giudiziaria, in attesa di accertamenti più approfonditi su dinamica e cause del mortale infortunio. L’incidente mortale non è dovuto ad una tragica fatalità, secondo la Filca Cisl modenese, che esprime il proprio cordoglio per la morte de lavoratore senegalese, perché se da un lato non è ancora chiara la dinamica dell’incidente, dall’altro si può dire con certezza che in quel cantiere di sicurezza non si può parlare. E’ il responsabile degli edili Cisl di Modena, Domenico Chiatto a denunciarlo: “Tutti gli impianti in movimento hanno un dispositivo di sicurezza che serve a bloccare i macchinari qualora ci sia qualcuno nelle vicinanze. E’ il caso dell’impianto di betonaggio dove è morto l’operaio,che possiede un meccanismo che blocca automaticamente la macchina nel caso in cui il portellone, attraverso il quale si accede all’interno, resti aperto. Da come sono andate le cose è chiaro – spiega Chiatto – che in questo impianto non è stato effettuato alcun controllo per verificare i meccanismi di sicurezza, nonostante Modena Scarl, società affidataria dei lavori Tav nella tratta modenese, con un accordo alla presenza del Prefetto si fosse impegnata alla messa a punto degli impianti e della sicurezza nei cantieri”. Una gestione della sicurezza assolutamente insufficiente, quindi, afferma la Filca, soprattutto perché a fronte dell’importanza dell’opera in costruzione, non è stata prevista una strategia di prevenzione altrettanto importante e all’altezza della situazione. Ed è il quarto infortunio mortale che si registra dall’inizio dell’anno nei cantieri modenesi che lavorano per la realizzazione dell’alta velocità, il secondo nello stesso cantiere di Lesignana. “In più – conclude il sindacalista Filca – qui abbiamo sempre a che fare con ritmi del lavoro che non perdonano il minimo errore”. Per oggi intanto, i sindacati hanno proclamato uno sciopero di otto ore per sensibilizzare opinione pubblica e istituzioni sul terreno della sicurezza nei cantieri, con presidi all’ingresso del campo dove è avvenuto l’incidente al lavoratore senegalese. Dura anche la presa di posizione della Cisl, per la quale “se necessario, bisogna arrivare al blocco tecnico dei lavori fino a che non c’è l’assoluta certezza sulla congruità delle azioni di prevenzione e sicurezza messe in atto”, controllando anche in modo più rigoroso il coordinamento tra le varie imprese presenti nei cantieri Tav e curando maggiormente il livello di formazione professionale dei lavoratori, considerato che i lavori per l’Alta velocità sono complessi e non tutti sono in grado di svolgerli. “Per tutte queste ragioni – nota la Cisl – chiediamo interventi eccezionali, da stabilire insieme a Cepav e agli enti preposti, allo scopo di bloccare per sempre questa tragica e inaccettabile escalation”.
Francesco Tobia