Umbria, prioritario sciogliere il legame tra lavoro irregolare e sicurezza

Umbria, prioritario sciogliere il legame tra lavoro irregolare e sicurezza

Umbria
Umbria ancora immatura sui problemi di lavoro e sicurezza. E’ l’opinione della Cisl umbra a commento dell’aberrante episodio verificatosi nel cantiere di Sant’Eraclio di Foligno, dove un operaio di origine marocchina che lavorava al nero, creduto morto dai suoi datori di lavoro in seguito ad un incidente in cantiere, è stato scaricato in un terreno senza ricevere nessuna forma di assistenza sanitaria. Il segretario generale della Cisl Umbria, Pier Luigi Bruschi, convocato dal presidente del Consiglio regionale, Mauro Tippolotti, insieme ai rappresentanti di Cgil, Uil, Cna, Confartigianato, Ance Assindustria e Confapi, per una prima valutazione a caldo dell’incidente, ha tenuto a mettere in evidenza il problema degli appalti in ribasso eccessivo, quello del lavoro nero che ne deriva e l’insufficienza di controlli da parte delle Asl. “Un segnale positivo quello inviato da Tippolotti – spiega il responsabile degli edili Cisl dell’Umbria, Osvaldo Cecconi – che risponde anche alle nostre esigenze, già espresse il primo dicembre 2003, quando avevamo chiesto alla presidente della Giunta, Lorenzetti, l’attivazione di un tavolo regionale per la sicurezza. Alla nostra richiesta, però, la Regione non aveva finora dato alcuna risposta. Alla luce dei fatti recenti – aggiunge Cecconi – ci attendiamo adesso una convocazione in tempi stretti del tavolo sulla sicurezza, altrimenti assumeremo delle iniziative di lotta. Intanto, siamo costretti ad assistere al solito problema, legato al coordinamento delle competenze in materia di sicurezza tra più assessorati”. Sul terreno della prevenzione dei rischi la Filca umbra sta spingendo anche per l’apertura di un ulteriore fronte di intervento: “Riteniamo fondamentale – nota il sindacalista Filca – la convocazione, entro la metà del mese di settembre, di un incontro regionale sull’estensione del Durc (Documento unico di regolarità contributiva) ai lavori privati al di sopra dei 50 mila euro e che dovrà individuare la Convenzione tra gli enti che rilasceranno il documento”. Sulla questione della prevenzione dei rischi nei cantieri, per i rappresentanti di Cna e Confartigianato “c’è un problema non solo umbro di economia sommersa. Occorre colpire fiscalmente i responsabili di comportamenti spesso gravissimi. Anche gli imprenditori devono essere certificati nella loro professione. Altro problema essenziale – sottolineano le due associazioni -, da risolvere una volta per tutte è la concorrenza sleale dei ribassi d’asta che raggiungono il 40% in meno”. L’Associazione dei costruttori umbri (Ance) ha rivendicato, invece, un modello delle imprese e della normativa umbra, a cominciare da quella sul Durc introdotto con la ricostruzione post-terremoto. Un esempio, secondo l’Ance, che ha permesso di essere anni avanti rispetto al resto d’Italia, “anche se spesso, purtroppo, l’interesse al risparmio del privato committente non consente di difendere il modello umbro”.

Francesco Tobia

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