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Lavoratori extracomunitari vittime prescelte di infortuni

Lavoratori extracomunitari vittime prescelte di infortuni

Oltre centomila denunce lo scorso anno. Marocchini e albanesi i più colpiti
Sono sempre più gli extracomunitari le vittime di incidenti sul lavoro. Cresce la quota di stranieri (1,9 milioni su un totale di 2,4 milioni di presenze), soprattutto nei settori più a rischio. Lo scorso anno, sono stati ben 105 mila gli infortuni denunciati fra coloro che vengono da paesi extra-Ue. Quasi il doppio rispetto ai 68.187 incidenti di due anni prima. In 147 casi (l’11% circa del totale nazionale) si è trattato purtroppo di incidenti mortali. “Numeri che – si legge in un comunicato dell’Inail – sono aumentati sensibilmente negli ultimi anni sulla scia della progressiva emersione di lavoratori già presenti e dell’ingresso di nuove forze lavoro (quest’anno, in totale, saranno ammessi a lavorare in Italia 80 mila persone”. I dati dell’Inail, aggiornati a febbraio di quest’anno, rilevano che a pagare il tributo più elevato sono i lavoratori del Marocco, dell’Albania e della Romania che, da soli, contano quasi la metà degli infortuni extracomunitari. Va inoltre sottolineato che il tasso di incidenza infortunistica degli stranieri rispetto a quello medio nazionale molto più elevato: il 55,6 contro il 43,2 per mille occupati. E fra gli incidenti mortali l’Inail registra fra i lavoratori albanesi il numero più alto: 32 casi di lavoratori impegnati per lo più nelle attività delle costruzioni e manifatturiere. Di minimo rilievo numerico, invece, il totale degli infortuni denunciati da filippini e cinesi che d’altro canto sono tra le comunità straniere più numerose in Italia. I settori più pericolosi si confermano le costruzioni (14,6%), al primo posto anche per incidenti mortali (25%), l’industria metalmeccanica (12,9%), i servizi (in particolare la pulizia) e l’agricoltura. In particolare, i lavoratori immigrati dipendenti impiegati nell’edilizia sono 140 mila, pari al 12% della forza lavoro nel settore. E sono 32 mila i titolari di imprese edili provenienti da Paesi extra Ue, pari al 6,7% del totale degli imprenditori del settore. Nelle costruzioni, secondo i dati dell’Inail, si concentra anche il maggior numero di infortuni di lavoratori extracomunitari: 15.439 casi nel 2003, il 14,6% del totale. A farsi male sono soprattutto lavoratori giovani (il 56% ha meno di 34 anni rispetto al 44% del totale nazionale) e quasi totalmente uomini (85% contro il 76% di infortuni nel dato nazionale). Tra le donne che svolgono per lo più lavori domestici, gli infortuni si rilevano nei settori del commercio, servizi e ristorazione pari al 15,1% del totale. Ed è il nord, nord-est il teatro principale degli incidenti. In queste regioni si registra quasi l’80% dei casi, a partire da Emilia Romagna, Veneto e Lombardia. “Sono dati preoccupanti di un fenomeno già noto – sostiene Oberdan Ciucci , responsabile della Cisl per l’immigrazione – ma che dimostrano come il Governo abbia abbandonato la politica della sicurezza. I controlli vanno fatti ed è per questo che, nelle prossime settimane la Cisl sta pensando a un’iniziativa con tutte le categorie interessate per rimettere la sicurezza al centro dell’attenzione”.

Andrea Benvenuti

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