Due vittime sul lavoro nel giorno in cui si ricorda Albert Kolgjegja

Due vittime sul lavoro nel giorno in cui si ricorda Albert Kolgjegja

Genova
Mentre con una targa affissa al Porto Antico, si è inteso ricordare per sempre la morte sul lavoro dell’albanese Albert Kolgjegja , avvenuta l’8 novembre dell’anno scorso, nel crollo del Museo del Mare, la Liguria piange due morti sul lavoro, avvenute invece nell’estremo Levante della regione. Coincidenze che legano drammi, commenta Salvatore Sorace , segretario generale della Filca Cisl della Liguria , “indicatori di come occorra porre l’uomo al centro della vita e non il profitto”. “La targa a ricordo della tragedia del Porto Antico – ha proseguito Sorace – deve costituire un monito per tutti e deve essere considerata come commemorazione di tutti i morti sul lavoro in edilizia. E al di la della targa in se stessa, deve indicare la regole da seguire: prevenzione innanzitutto, ma escludere chi non rispetta norme e regole dagli appalti, come avevamo dichiarato, come Cisl, e chiesto con forza, da quel terribile giorno di novembre”. Da rilevare che la cerimonia della targa è stata anche l’occasione per tenere a battesimo l’Unione Generale d’Albania, associazione che raggruppa in Italia circa 3.500 persone originarie del paese slavo, ma invece attualmente ospiti del nostro. “Quella di Albert – ha commentato il sindaco di Tirana , Edi Rama , presente alla cerimonia di installazione della targa- è stata una morte per il pane quotidiano; dispiace che gli albanesi facciano notizia soltanto quando muoiono così, oppure per fatti di cronaca nera”. Quasi contemporaneamente alla manifestazione di Genova per la morte del muratore albanese, presso il casello autostradale di Santo Stefano Magra ha perso la vita Antonio Levrini, 56 anni, di Lucca e dipendente di una società di pulizia. Morto dopo essere finito sotto la spazzatrice che stava conducendo per ripulire il manto stradale. Ed agghiacciante tragedia ieri mattina nel porto di la Spezia, dove è invece morto Antonio Ridenti, 57 anni, sindacalista della Uil e rimasto sotto un fascio di pali in acciaio, che, insieme ad altri compagni di lavoro, stava scaricando da un mercantile turco, attraccato allo scalo marittimo spezzino. Tra le prime persone ad accorre sul luogo della tragedia, la moglie della vittima, che lavora come impiegata in una ditta portuale di La Spezia.

Dino Frambati

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