A sostegno del rinnovo contrattuale. 400 mila i lavoratori interessati
Otto ore di sciopero domani dei sindacati delle costruzioni a sostegno del rinnovo del contratto scaduto a dicembre 2003. il settore occupa 400 mila addetti (200 mila nell’industria). La decisione è stata presa a seguito della rottura nei giorni scorsi delle trattative con Federlegno eUnital-Confapi. Due i motivi principali della mobilitazione: l’armonizzazione nel sistema delle recenti novità legislative, come la legge Biagi e quella sull’orario di lavoro; e l’esigibilità della contrattazione di secondo livello. Tante le iniziative a livello territoriale. Domani a Cascina (Pisa) si terrà un’assemblea regionale dei delegati e dei lavoratori del settore legno. E’ l’iniziativa decisa dalla Filca-Cisl toscana per assicurare anche ai circa 20 mila lavoratori del legno della regione il diritto alla contrattazione di secondo livello. “Lo sciopero- spiega Massimo Bani, della segreteria regionale Filca-Cisl – vuole affermare per gli oltre 200 mila lavoratori del settore legno il diritto di avere un contratto dignitoso. Infatti, dopo oltre quattro mesi dalla scadenza, la trattativa nazionale che riguarda questo contratto non ha ancora fatto alcun passo avanti, anzi sono state registrate da parte imprenditoriale posizioni intransigenti e tentativi di peggiorare le attuali normative che regolano il rapporto di lavoro. In particolare per quanto riguarda la flessibilità e l’utilizzo dei contratti a termine di cui si propone una gestione selvaggia e non concordata”. Da parte imprenditoriale, spiega Bani, “non c’è nessuna disponibilità ad affrontare nel merito i problemi del settore e tanto meno a trovare soluzioni concordate anche attraverso la bilateralità, buttando così a mare lo strumento della concertazione. Non parliamo poi delle richieste salariali o del diritto ad avere due livelli contrattuali. Vale la pena ricordare che in questo settore anche in Toscana il 70% degli addetti non è coperto dalla contrattazione di secondo livello, il che significa che il salario viene erogato solo in base all’inflazione programmata”. Manifestazione di Cgil Cisl e Uil è in programma davanti alla sede triveneta della Federlegno a Mestre. L’iniziativa è stata presentata dai tre segretari generali veneti, Michele Carpinetti (Filtea Cgil), Giulio Fortuni (Filca Cisl) e Alberto Ghedin (Feneal Uil). I sindacati locali sottolineano il no dela controparte a tutte le richieste, a partire dal sistema delle relazioni industriali dove gli imprenditori sono arrivati a mettere in discussione il mantenimento dell’osservatorio di settore (Olma), ritenuto dal sindacato un “elemento fondamentale per il monitoraggio delle dinamiche e dell’andamento produttivo dei distretti industriali”. Lo stesso vale per la contrattazione di 2° livello (nessuna disponibilità ad aggiungere livelli negoziali provinciali), per l’orario di lavoro (vengono proposte deroghe all’applicazione della legge, peggiorando le attuali normative contrattuali su flessibilità, riposi settimanali e lavoro notturno), sul superamento dei primi 3 giorni di carenza malattia e sull’inquadramento professionale. Sul salario gli industriali del legno si sono riservati di dare delle risposte, ma intanto hanno già dichiarato la “non disponibilità a riconoscere ulteriori costi aggiuntivi rispetto alla richiesta salariale”. Nel triveneto il settore del legno-arredamento chiude un 2003 con un fatturato di segno negativo (-3% circa, rispetto al 2002). Questo dato medio, infatti, l’arredo per l’ufficio registra una flessione più consistente come pure l’imbottito. L’arredamento “giorno e notte” si attesta sulla media negativa, mentre si ha una sostanziale tenuta nel comparto cucine e del legno legato alla filiera dell’edilizia. I dati confermano che anche il modello produttivo del Triveneto con le sue 19 mila imprese (22% dell’Italia) che occupano 130 mila addetti (31,5%), un fatturato di 13.500 milioni di euro (36%) ed un export pari a 5.300 milioni di euro (45%), ha esaurito la sua spinta propulsiva alla crescita registrata nel decennio precedente. Si asterranno dal lavoro anche i lavoratori del distretto del mobile imbottito di Matera e Bari (500 aziende e 14 mila addetti). Franco Pantone, segretario provinciale della Filca-Cisl, osserva come lo sciopero di domani sia il primo evento di questo tipo che coinvolge la realtà del distretto. “Lo sciopero che riguarda diversi aspetti del contratto – ha detto Pantone – assume ulteriore significato nella nostra zona, in relazione alla situazione di difficoltà denunciata nel corso del confronto con il responsabile della task force per l’occupazione, Gianfranco Borghini, e sul quale il sindacato ha insistito sulla necessità di coinvolgere i lavoratori nelle scelte decisionali del settore valorizzando le risorse. Le aziende, invece, continuano a ignorare la contrattazione di secondo livello”.
Giampiero Guadagni