Alto Adige, più iniziative per combattere il caporalato

Alto Adige, più iniziative per combattere il caporalato

BOLZANO
La Filca denuncia un fenomeno da sconfiggere con l’impegno di tutti
Negli ultimi mesi la Filca ha più volte portato all’attenzione dell’opinione pubblica il problema del caporalato di manodopera. Da più parti, si cercò di minimizzare il problema sostenendo che si trattava di un fenomeno marginale. Apprendiamo pertanto con soddisfazione che anche il Collegio dei Costruttori si è finalmente reso conto che il fenomeno esiste ed è diffuso. Abbiamo sempre convenuto con loro che il fenomeno era dovuto alla necessità di importare la manodopera che in Alto Adige non si trova. Il fenomeno della carenza di maestranze è destinato ad aumentare e non a diminuire. Questo perché lavorare in cantiere e molto faticoso e la tecnologia non potrà certo sostituire le braccia per mettere in opera mattoni e travi. Inoltre le aziende locali scelgono di usare manodopera di fuori provincia o straniera per due motivi: * Perché costa meno * Perché chi è stato reclutato dal caporale è disponibile a lavorare anche 60 ore la settimana mentre il personale locale non accetta orari di lavoro di questo tipo. Come circoscrivere questo fenomeno? Innanzitutto utilizzando per i controlli gli enti bilaterali che sono amministrati da tutte le parti sociali di categoria. La Cassa Edile di Bolzano potrebbe fare ciò che già con successo è stato sperimentato in altre zone d’Italia: adottare il sistema dei controlli incrociati tra le masse salari dichiarate dalle imprese ad Inps e Inail e rapportare questi al tipo di opera per le quali vengono dichiarate. Da qui si potrà evincere se l’incidenza della manodopera è congrua rispetto alla quantità di lavoro prodotta. In una parola introdurre anche in Alto Adige il Documento Unico di Responsabilità Contributiva (Durc). Per la ditta che non riceve il Durc positivo il committente ne viene informato e invitato sotto la sua responsabilità a non pagare l’appaltatore. Tutto questo è contenuto, oltre che nella cosiddetta Legge Biagi, anche in un avviso comune firmato a livello nazionale lo scordo dicembre anche dall’Ance. Nel corso del 2003 abbiamo presentato proposte concrete sia all’Assessore Provinciale ai Lavori Pubblici Mussner che alle altre parti sociali compreso il Collegio Costruttori. Da tutti ci è stato risposto che non c’era contrarietà ma che i tempi non erano ancora maturi. Adesso leggiamo che si vuole promuovere una ricerca che coinvolga gli operai edili al di sotto dei trent’anni per capire il motivo della loro disaffezione verso il settore e promettendo loro che tra chi partecipa verrà messo in palio un viaggio premio. Gli strumenti per combattere il caporalato e l’evasione fiscale e contributiva ci sono. Basta solo volerli utilizzare. Se sono d’accordo con noi i costruttori utilizzino la Cassa Edile non solo per reperire i dati da utilizzare in conferenza stampa.

Michele Buonerba – Segreteria Filca Alto Adige

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