Torino. Sciopero generale di 8 ore di Cisl, Cgil e Uil di categoria
Torino (nostro servizio) . Il settore dell’edilizia si ferma. I numeri parlano chiaro: un’adesione media tra l’80 e il 90%, fermi i grandi cantieri della Metro, dell’Alta velocità e del passante ferroviario, che non hanno neppure aperto i battenti. In piazza Castello, davanti alla Prefettura, oltre un migliaio di lavoratori hanno partecipato alla manifestazione presidio, che è stata conclusa dall’intervento del segretario generale della Filca Cisl Domenico Pesenti . Soddisfatti i segretari torinesi di Filca Cisl, Feneal Uil e Fillea Cgil, che hanno messo in evidenza come la grande partecipazione alla manifestazione sia un segnale importante, nei confronti delle associazioni degli imprenditori edili e delle amministrazioni locali, circa la volontà di lavoratori del settore, che come ha dichiarato Antonio Castaldo (segretario Filca Cisl Torino ) “vogliono ribadire che si lavora per vivere e non per morire”. La richiesta del sindacato è molto semplice, quasi elementare verrebbe d’aggiungere, ovvero il rispetto di tutte le regole e le norme di sicurezza da parte delle imprese. “Dobbiamo invece notare – continua Castaldo – come molte realtà, a Torino in primis, disattendano questo impegno. Non è un caso quindi che gli infortuni (mortali o meno) siano nella realtà torinese ancora molto elevati”. Qualcosa si è fatto, ma poco. Si era detto che i cantieri delle grandi opere di Torino sarebbero stati a morti zero, ma non così non è stato. “Quanto è stato fatto fin qui- ricorda Nanni Tosco , segretario generale della Cisl di Torino – non ha evitato infortuni e incidenti mortali. Si deve fare di più, e per questo è necessario dare ascolto alle proposte avanzate dal sindacato, e sostenute ora con questa grande mobilitazione”. Nelle dichiarazioni finali, Domenico Pesenti mette il dito nella piaga e dà numeri che fanno pensare: “Nel 2002 gli infortuni sul lavoro sono stati 72 mila (290 mortali), di questi 7 mila hanno riguardato i giovani, e per alcuni di loro (il 5 per cento) le conseguenze saranno permanenti”. Un vero e proprio bollettino di guerra, dove non mancano furberie macabre: “Un imprenditore aveva dichiarato che un suo lavoratore si era suicidato, gettandosi dal terzo piano. Solo parecchi giorni dopo, abbiamo scoperto che quell’uomo era caduto, perché mancavano le più elementari norme di sicurezza. Un incidente mortale mascherato da suicidio. E inoltre l’alta incidenza di infortuni tra gli apprendisti (1 su 5) nei primi giorni di lavoro non ci convince. Noi pensiamo che questa sia una spia del lavoro nero: si regolarizzano le persone solo dopo che si sono infortunate”. Il segretario generale nazionale della Filca ribadisce l’importanza della contrattazione e della presenza del sindacato: “L’incidenza degli infortuni diminuisce laddove il contratto nazionale è pienamente rispettato e dove la presenza del sindacato è forte. Il nostro intento è quello di trasformare il settore edile in un industria, con regole precisi, con diritti e doveri, ricordando che il lavoro edile è usurante, pensante, disagiato e pericoloso, che deve essere riconosciuto come tale e proprio per questo motivo siamo contrari all’allungamento dell’età pensionabile”.
Demetrio Paolin