PERUGIA ( dal nostro inviato ). Per una scommessa vinta ne restano altre da giocare. La Filca ha vinto una delle sue scommesse più innovative ma guarda subito ad altre idee da lanciare sul tavolo del mercato del lavoro. Il settore delle costruzioni è uno dei più attivi in Italia ma è anche tra i più tormentati da due grandi problemi: il sommerso e gli infortuni. Su questi fronti, strettamente interconnessi, il sindacato si batte da tempo. Una delle proposte che hanno avuto maggiori risultati è stata quella del Durc, documento unico di regolarità contributiva. Lanciata dalla Filca con accordi provinciali nel 1997, ha avuto un terreno particolare di applicazione nella ricostruzione post terremoto in Umbria. Questa esperienza ha dimostrato l’efficacia del Durc, al punto che lo strumento è stato esteso a livello nazionale con la legge 266 e con il decreto applicativo della riforma Biagi. Tutto questo viene raccontato in un libro pubblicato da Edizioni Lavoro (D. De Sanctis, L’edilizia trasparente , prefazione di Michele Tiraboschi, Roma, 2003, pp. 135), che ripercorre la storia del Durc riunendo le esperienze dei protagonisti, da Pino Virgilio (Filca) a Maurizio Sacconi, da Ulderico Sbarra (Cisl Perugia) a Raffaele Bonanni. Il volume, realizzato su iniziativa della Filca, per una volta colma un tipico gap di comunicazione. Troppo spesso, infatti, il sindacato si concentra sul fare, trascurando il far conoscere gli sforzi che compie e i risultati che ottiene. E questo, nell’era dell’immagine, non aiuta. Il non dire alimenta la disinformazione e lascia campo aperto a quelli che accusano il sindacato di non saper fare proposte. La Filca ha saputo fare una proposta talmente buona, poi via via condivisa da tanti altri soggetti, che i 15 mila cantieri della ricostruzione umbra non hanno contato nemmeno un morto sul lavoro. L’Umbria figura come terreno privilegiato di sperimentazione. Questo scenario speciale è stato anche sfondo di un’iniziativa di presentazione, presso la Regione, che si è tradotta in un’opportunità per tracciare ulteriori percorsi di miglioramento del Durc e di lotta al sommerso. Come è avvenuto nel “caso Durc”, tutti i soggetti, dagli imprenditori edili ai sindacati, dalla Regione alle imprese artigiane, si dichiarano disposti a fare fronte comune, anche perché alle porte c’è, per il settore, una possibile fase di rallentamento. Se, da una parte, l’Umbria, per voce della presidente Maria Rita Lorenzetti, si propone come laboratorio per nuove iniziative contro le irregolarità, la Filca, per voce del segretario generale Domenico Pesenti, lancia già un’idea, affine a quella tracciata da Cna: istituire meccanismi di selezione e abilitazione delle imprese, che ammettano all’attività delle costruzioni solo chi la svolge secondo qualità e con sistemi regolari.
D. Col.