I LICENZIAMENTI ai cantieri della nuova metropolitana di Napoli non sono solo conseguenza dei ritrovamenti archeologici negli scavi di piazza Municipio e piazza Nicola Amore. Questo è ciò che pensa il sindacato di categoria che attribuisce la difficile situazione occupazionale ad una serie di fattori che va dalla mancata progettazione del tunnel di interscambio di piazza Garibaldi, denominato “mezzanino”, al ritardo accumulato nelle cosiddette stazioni della tratta bassa. “In questo contesto, tuttavia, la Sovrintendenza – spiega il responsabile della Filca di Napoli , Giovanni D’Ambrosio , – non può pensare di andare a rilento, bloccando con procedure burocratiche i lavori e servendosi, peraltro, di proprie imprese specializzate, più costose delle altre. Il rischio è di restare fermi quasi un anno per le verifiche, come è già successo in altri punti della metro cittadina”. Gli edili Cisl, inoltre, chiedono a Regione e Comune di accelerare, dal canto loro, tutte le procedure di propria competenza, per fare in modo che venga rispettato il “cronocalendario” dell’opera. Intanto, a preoccupare il sindacato, oltre alla vicina scadenza del trattamento di disoccupazione speciale per circa settanta lavoratori, fissata per i prossimi 24 gennaio e 14 febbraio, è la previsione che una volta ultimata la stazione di via Montedonzelli un nuovo gruppo di addetti del cantiere possa trovarsi in difficoltà per il mancato avvio dei lavori nelle stazioni di piazza Municipio e piazza Nicola Amore, dove sono destinati. Secondo il leader della Cisl campana, Pietro Cerrito , “gli stessi lavoratori messi fuori da scoperte archeologiche potrebbero essere impegnati proprio nel recupero e nella conservazione dei tesori ritrovati. Non si può certo affermare – precisa Cerrito – che l’archeologia provoca disoccupazione. Ci sono leggi e strumenti di sostegno al reddito che vanno applicati e che sono previsti proprio in questi casi. Nella nostra regione ci siamo già trovati di fronte a problemi di questo tipo”. Al di là dell’emergenza occupazionale di questi ultimi mesi, quindi, per il sindacato si tratta di lavorare per evitare che il problema lavoro nei cantieri assuma in futuro connotazioni ancora più gravi. La tratta bassa è ferma al palo. Le stazioni della tratta alta rispettano, invece, con qualche piccola eccezione, la tabella di marcia. Il passaggio dei lavoratori da un cantiere all’altro diventa lungo e pieno di incognite.
Francesco Tobia