Infortunio sul lavoro. Vittima un operaio rumeno: denuncia della Filca
“È DIFFICILE non attribuire anche in questo caso pesanti responsabilità alla prassi del ricorso incontrollato al subappalto, che è diventata la principale forma di attività imprenditoriale nel settore”. La dichiarazione è del segretario generale della Filca-Cisl dell’ Emilia Romagna , Ciro Donnarumma , a proposito dell’incidente sul lavoro che venerdì scorso ha visto la morte (è il terzo incidente mortale in un cantiere a Bologna dall’inizio del 2003, il secondo nell’ultimo mese) di un giovane operaio rumeno di 28 anni, Cosmin Stoia, precipitato da una gru in un cantiere edile allestito all’interno del quartiere fieristico di Bologna, in via Michelino. Un incidente che conferma la situazione recentemente denunciata dalla Filca nazionale, secondo cui la prima causa di morte nelle costruzioni è dovuta proprio alle cadute dall’alto (il 26% dei casi). “In questo contesto di “insicurezza”, il problema principale – spiega Donnarumma – è che il ricorso al subappalto risulta sempre più la conseguenza di una deregolamentazione spregiudicatamente perseguita nel settore degli appalti, alla quale si aggiungono gli effetti di quella libertà a organizzare unilateralmente il cantiere, tanto rivendicata dagli imprenditori, che porta alla negazione dei più elementari diritti dei lavoratori, a partire da quelli alla sicurezza. La Filca-Cisl – aggiunge – da tempo lancia l’allarme, poichè la categoria vanta un primato di incidenti gravi, che spesso sono causati dalla precarietà, dalla fretta e dalla mancanza di informazione specifica sui rischi connessi alle diverse attrezzature e diverse fasi lavorative. Oggi è necessaria una riflessione su quello che è accaduto nel cantiere edile allestito all’interno del quartiere fieristico. E occorre far maturare nelle imprese la consapevolezza che la sicurezza è un valore che giorno per giorno, senza abbassare il livello di attenzione, va diffuso capillarmente”. E sempre a Bologna e sempre nella stessa mattina di venerdì scorso c’era stato un altro incidente sul lavoro, dalle conseguenze meno drammatiche, all’estrema periferia della città. Ma nel mirino del sindacato delle costruzioni si ritrova soprattutto la piaga del lavoro nero, che imperversa nei cantieri, siano essi pubblici o privati, dove è pressoché totale l’assenza di misure minime per garantire la sicurezza fisica dei lavoratori. Molteplici le responsabilità della situazione che si vive nel settore; si va da quelle delle imprese costruttrici, più attente ai propri profitti che non ai salari e alla sicurezza dei lavoratori, alla frammentazione sul territorio delle imprese impegnate in edilizia, che impedisce anche un’azione sindacale più presente sul fronte della prevenzione. Una polverizzazione, quindi, che nella stragrande maggioranza dei casi si traduce in una violazione delle norme antinfortunistiche, considerando anche l’elevata percentuale di imprese in nero e irregolari esistenti. I dati, del resto, non lasciano dubbi: nelle visite ispettive realizzate nel terzo trimestre 2003, oltre il 33% delle imprese industriali è risultata irregolare, quelle artigiane superavano il 50%. Nei prossimi giorni le segreterie unitarie di Filca, Fillea e Feneal valuteranno quali iniziative sviluppare nel territorio, affinchè il diritto alla sicurezza sia garantito in tutto il settore.
Francesco Tobia