“L’inaspettata decisione di Natuzzi di non rispettare gli impegni sottoscritti quasi tre anni fa e di voler modificare il Piano industriale è grave e inaccettabile. È per questo motivo che abbiamo dichiarato insieme alle Rsu lo stato di agitazione in tutti gli stabilimenti del gruppo”. Lo dichiarano le segreterie nazionali e regionali di Basilicata e Puglia della Filca-Cisl a proposito degli sviluppi della vertenza del gruppo di Santeramo in Colle. “Il primo effetto della mobilitazione – dichiarano – è la sospensione di tutti gli accordi di flessibilità applicati negli stabilimenti. Inoltre abbiamo diffidato l’azienda dal prendere decisioni unilaterali. Nei prossimi giorni verranno svolte le assemblee rispettando la normativa anticovid, abbiamo necessità di illustrare ai lavoratori questa gravissima decisione dell’azienda e decidere tutte le azioni. L’atteggiamento di Natuzzi – spiegano – è davvero irresponsabile: nell’accordo sottoscritto il 28 giugno del 2018 istituzioni, sindacati e riuscirono a porre fine a un lungo periodo di crisi economica e occupazionale. Un protocollo sulla cui portata storica nessuno ha mai avuto dubbi, perché è riuscito a mettere insieme una politica seria di rilancio e diversificazione dell’azienda e la salvaguardia dell’occupazione, con la nota formula ‘zero esuberi’. Adesso il dietrofront di Natuzzi mette a rischio i 550 lavoratori in cassa integrazione e mette in discussione gli investimenti annunciati a più riprese dall’azienda. Le difficoltà derivanti dalla pandemia – dichiarano i sindacati – non possono costituire l’alibi per colpire centinaia di lavoratori e la speranza di un rilancio economico del territorio murgiano. Riteniamo che tutti i nodi di questa lunga e complessa vertenza siano oramai venuti al pettine. Il Mise convochi quanto prima la cabina di regia, e anche le regioni Basilicata e Puglia, insieme a tutte le istituzioni interessate, si attivino per evitare una vera catastrofe sociale. Noi ripetiamo che il punto fermo è sicuramente l’accordo del 2018, Natuzzi si assuma le proprie responsabilità”, concludono la Filca nazionale, di Basilicata e di Puglia.