“In questi giorni alcuni organi di informazione hanno fatto stime sul numero di lavoratori dell’edilizia potenzialmente interessati dalla Cassa integrazione. Tutti, però, hanno commesso un errore: il calcolo deve effettuarsi su circa 600 mila lavoratori, che sono quelli iscritti nelle Casse edili. Il dato fornito dall’Istat e utilizzato dagli organi di stampa, infatti, che parla di un totale di 1,3 milioni di addetti delle costruzioni, include centinaia di migliaia di lavoratori edili ai quali non viene applicato il contratto dell’edilizia, e che quindi devono venire esclusi dal calcolo. È il fenomeno del cosiddetto dumping contrattuale, che denunciamo da anni”. Lo dichiara Stefano Macale, segretario Filca-Cisl nazionale. “Ad oggi – spiega Macale – stimiamo che lavori nei cantieri non più del 5% del totale degli addetti. In rapporto alle cifre fornite dalle Casse edili parliamo di circa 30 mila lavoratori. Vuol dire che i provvedimenti di ammortizzatori sociali interessano una platea potenziale di circa 570 mila addetti, ben al di sotto di quelli riportati negli articoli. Adesso, numeri a parte, è bene assicurare due cose: ai lavoratori impiegati nei pochi cantieri attivi bisogna garantire la massima protezione, perché sulla loro sicurezza non tollereremo scorciatoie o distrazioni da parte delle imprese. Per i lavoratori in cassa integrazione, invece, chiediamo tempi brevissimi per l’erogazione delle somme, grazie anche all’accordo di ieri tra l’Abi e le parti sociali. La Cisl e la Filca lo hanno chiesto sin dal primo momento: in questo momento complesso e delicato è necessario dare la certezza del reddito alle famiglie”, ha concluso Macale.