Ci sono poche luci e molte ombre nella situazione che accomuna i quasi 200 dipendenti di due importanti aziende del settore del mobile del trevigiano, la “Grande Arredo” di San Zenone degli Ezzelini (150 addetti) e la “Corinto” di Mareno di Piave (40). “In queste due grosse realtà del nostro territorio – dichiara il segretario generale della Filca di Treviso, Stefano Brunetta – i lavoratori non ricevevano lo stipendio rispettivamente da 5 e da 3 mesi. Dopo aver lavorato anche senza retribuzione, e a fronte di promesse mancate e di una pericolosa situazione di stallo, sono partite iniziative di rivendicazione sfociate in un’assemblea permanente e nell’occupazione di fatto delle fabbriche, con l’arresto di tutte le linee di produzione. La situazione si è finalmente sbloccata su entrambi i fronti, anche se con modalità diverse. Noi, però, restiamo vigili. Il problema è solo rinviato”.
La svolta per i lavoratori delle due aziende si è avuta solo qualche giorno fa: dopo un summit durato oltre tre ore si è deciso che sarà una banca ad anticipare ai dipendenti della “Grande Arredo” le cinque mensilità arretrate. “I lavoratori – spiega Brunetta – hanno ceduto al Credito cooperativo trevigiano il credito vantato nei confronti dell’industria. L’istituto di credito si è impegnato a versare il corrispettivo nel giro di pochi giorni. Le istituzioni a tutti i livelli, inoltre, faranno da garante a tutela dei lavoratori”. Una boccata d’ossigeno salutare ma che non risolve il problema ma lo sposta solo di poche settimane. Se è vero, infatti, che la produzione è ripartita, la situazione della “Grande Arredo” resta critica. Dai vertici aziendali fanno sapere che si sta valutando la possibilità di presentare richiesta di concordato preventivo entro la fine di questo mese. All’orizzonte si intravedono drastici tagli di organico.
Non va meglio alla “Corinto”: “L’azienda si è impegnata a versare almeno una parte degli arretrati entro venerdì prossimo – informa il segretario generale della Filca di Treviso – annuncio che ha convinto gli operai a sospendere il blocco. Con l’azienda si è raggiunto un accordo che estende a tutti i dipendenti un periodo di cassa integrazione, prima applicata ad una trentina di loro. Ma anche in questo caso c’è grande preoccupazione per i dipendenti, alle prese con rate del mutuo, bollette, tasse scolastiche dei figli”. Per la “Corinto” sembra davvero difficile, stando alle indiscrezioni che trapelano, evitare l’istanza di fallimento. Eppure l’azienda, che opera da più di settant’anni, sembrerebbe disporre ancora di un discreto numero di contratti di vendita. Tra le commesse in portafoglio ce ne sarebbe una negli Emirati Arabi. E anche la “Grande Arredo” avrebbe ordinativi da soddisfare. È per questo motivo, per capire quali prospettive ci sono, che in queste ore si susseguono vertici tra i sindacati, le due aziende e le istituzioni. L’obiettivo è non arrivare allo smantellamento delle due unità produttive e garantire un futuro sereno ai 190 dipendenti.