NOVOLEGNO, SCIOPERO AD OLTRANZA CONTRO IL TAGLIO DI 62 LAVORATORI

NOVOLEGNO, SCIOPERO AD OLTRANZA CONTRO IL TAGLIO DI 62 LAVORATORI

In Irpinia si fa durissimo lo scontro tra l’azienda Novolegno ed i suoi 142 dipendenti. La decisione dei vertici aziendali di licenziare 43 operai e 19 impiegati ha scatenato la protesta dei lavoratori, che dallo scorso lunedì sono in sciopero ad oltranza ed in assemblea permanente dopo lo svolgimento di una infuocata assemblea aziendale. La Novolegno, l’azienda del gruppo Fantoni interamente dedicata alla produzione di pannelli, in agosto ha annunciato la chiusura di due reparti che rappresentano una delle linee di produzione strategica.
Una decisione che lavoratori e sindacati giudicano inspiegabile: quello di Avellino, infatti, è l’unico impianto che il gruppo possiede nel mezzogiorno ed è il solo stabilimento italiano in cui si vogliono operare tagli al personale. Inoltre l’azienda, fondata dal gruppo Fantoni nel 1980 ed estesa su una superficie di 140.000 mq, ha ancora a disposizione ben 39 settimane di cassa integrazione ordinaria nel biennio. “Il ricorso alla procedura di mobilità per quasi la metà dei dipendenti – denuncia Mennato Magnolia, operatore della Filca regionale campana, che sta seguendo la vicenda insieme a Michele Barbone, della Filca di Avellino – ha tutta l’aria di essere una forzatura. In questo modo – prosegue – si rischia di avviare un processo di depotenziamento che è la premessa per una chiusura definitiva dello stesso”.
Insomma, il timore dei sindacati Filca, Feneal e Fillea, che sulla vicenda hanno costituito un fronte comune, è che il gruppo possa utilizzare la crisi per trasferire alcune produzioni dallo stabilimento irpino. “Sembra davvero che non ci siano altre spiegazioni – spiega Giovanni D’Ambrosio, segretario generale della Filca campana – anche perché nel 2007 il fatturato del Gruppo era di 350 milioni di euro, con un utile netto di 5 milioni ed una positività di bilancio di +134%. Appare contro ogni logica la decisione di mettere in esubero tutti quei lavoratori giustificando tale misura con una sofferenza di bilancio di meno di 500 mila euro”.
Giovedì scorso il vertice in Confindustria tra tutti i soggetti in causa non ha sortito alcun risultato: “Le organizzazioni sindacali – dichiara Magnolia – hanno proposto l’immediato ritiro della procedura di mobilità e l’avvio di un periodo di Cassa integrazione di 13 settimane, nell’ambito delle quali si possa discutere della riorganizzazione aziendale. L’azienda però si è dimostrata irremovibile, da parte loro si sono avute solo timide aperture per una riduzione degli esuberi”. Domani mattina è prevista l’audizione delle parti presso la Commissione Attività Produttive della Regione Campania.

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