“Di fronte a queste nuove, devastanti conseguenze causate dal maltempo, il governo ha una sola possibilità: prendere atto che la grande opera più urgente ed importante è la messa in sicurezza del territorio italiano, e trasformare la nostra nazione in un unico, grande cantiere, per tutelare i cittadini ed evitare vittime e disastri”. Lo ha dichiarato Franco Turri, segretario generale Filca-Cisl nazionale. “Una premessa è importante: noi valutiamo l’azione del governo non dal suo colore politico, ma dai fatti. Questo esecutivo, però, ha iniziato nel peggiore dei modi, cancellando ‘Italia Sicura’, la task force dei governi Renzi e Gentiloni che aveva accentrato a Palazzo Chigi le norme sul dissesto idrogeologico, semplificandone il groviglio di competenze e sbloccando 2,2 miliardi di fondi mai spesi, accelerando opere importanti e programmando altri 7 miliardi di investimenti. Una esperienza positiva anche perché prevedeva interventi preventivi con un programma pluriennale, ma che è stata chiusa frettolosamente dal governo giallo-verde, che ha assegnato le competenze al ministero dell’Ambiente, con buona pace delle professionalità che ci lavoravano. Il risultato è che manca una programmazione nel tempo, e i miliardi di euro previsti dalla manovra sono spalmati in troppi anni e senza alcun riferimento alle coperture. Non è questa la risposta alla fragilità del nostro Paese, all’esigenza di sicurezza dei cittadini. Nove regioni italiane hanno il 100% dei Comuni a rischio idrogeologico, altre sei tra l’80 e il 100%. La mancata prevenzione costa miliardi per ricostruire ma soprattutto vite umane: solo dal 2010 al 2016 ci sono state 242 vittime per maltempo e danni per oltre 8 miliardi. Tutto questo mentre in Parlamento giace ancora la legge sulla difesa del suolo, indispensabile per fermare la cementificazione e incentivare i cantieri ‘buoni’. Non è la risposta che ci aspettavamo, non è la risposta alle legittime richieste di sicurezza dei cittadini, non è nulla che possa rendere l’Italia un Paese moderno e sicuro”, ha concluso Turri.