Fare costa, ma non fare le infrastrutture costa di più, perché significa far arretrare il Paese e perdere migliaia di posti di lavoro. Ne è convinta la Cisl Toscana che, assieme alle sue categorie dell’edilizia (Filca) e dei trasporti (Fit), sull’argomento ha riunito attorno a un tavolo stamani a Firenze tutti i soggetti coinvolti nella partita:
l’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli, il responsabile coordinamento territoriale Centro di Anas Raffaele Celia, il direttore territoriale produzione di RFI Efisio Murgia, il direttore progetti infrastrutturali di Atlantia Gennarino Tozzi, il vicepresidente Ance nazionale Edoardo Bianchi, il presidente dell’autorità portuale di Livorno Stefano Corsini, il segretario generale aggiunto Cisl Toscana Ciro Recce, i segretari nazionali di Filca, Franco Turri e Fit, Salvatore Pellecchia.Secondo la Cisl “la ricetta per rilanciare l’occupazione è quella di dare una svolta agli investimenti, con tempi certi e realizzare le opere infrastrutturali che la Toscana aspetta da anni.” Per questo la Cisl chiede “certezza e omogeneità di investimenti in tutta la regione, puntando sull’edilizia ‘verde’ e sulle infrastrutture necessarie a far crescere il manifatturiero.” In particolare, secondo la Cisl, il tunnel TAV e la stazione Foster “sono necessari per liberare i binari di superficie e rilanciare il trasporto regionale”, bisogna “partire subito con la terza corsia autostradale fra Firenze e Pistoia” e con la “sistemazione del nodo di Peretola, che deve prevedere un grande parcheggio scambiatore”, occorre “trovare la sintesi fra i comuni interessati e completare la Grossesto-Fano e la Tirrenica fra Rosignano e Civitavecchia”.
Non sta in piedi, secondo la Cisl, il ragionamento di chi vuole cancellare le opere infrastrutturali previste per ottenere risparmi: “oltre a creare seri problemi all’occupazione, il non fare costerebbe all’Italia, come conseguenze negative sull’economia, più di 400 miliardi di euro tra il 2018 e il 2030”.
“E non basta – ha avvertito il segretario Fit Toscana, Stefano Boni – programmare investimenti che poi, come è successo finora, non vengono realizzati. Servono fatti: vogliamo cominciare a vedere le ruspe all’opera.”
Anche perché l’edilizia toscana è ancora in crisi, nonostante alcuni segnali di ripresa: “Si sono persi circa 25 mila posti di lavoro dal 2008 al 2017 – ha detto la segretaria Filca Cisl Toscana Simona Riccio – passando da circa 70 mila addetti a poco più di 45 mila; i lavoratori a partita Iva sono ormai il 49% degli occupati. Dal 2009 al 2017 i permessi a costruire sono diminuiti per gli edifici residenziali del 41% a livello nazionale e del 48,7% in Toscana, e i bandi di gara sono passati dai 1589 del 2008 ai 785 del 2017.” Riccio ha anche ricordato che “il contratto nazionale del settore edile è scaduto da due anni e il rinnovo non può essere rimandato oltre.”
“Il nemico da sconfiggere è l’immobilismo e il rinvio, il rimettere in discussione sempre anche quanto già deciso” dice il segretario generale aggiunto Cisl Toscana Ciro Recce, che chiede “una mobilitazione di massa, che coinvolga istituzioni, sindacati, imprese, società civile, tutti quelli che ci stanno, per sensibilizzare tutti sull’importanza di realizzare queste infrastrutture, che sono necessarie per ammodernare il Paese e utili a rilanciare l’occupazione.”
(dal sito www.cisltoscana.it)
Non sta in piedi, secondo la Cisl, il ragionamento di chi vuole cancellare le opere infrastrutturali previste per ottenere risparmi: “oltre a creare seri problemi all’occupazione, il non fare costerebbe all’Italia, come conseguenze negative sull’economia, più di 400 miliardi di euro tra il 2018 e il 2030”.
“E non basta – ha avvertito il segretario Fit Toscana, Stefano Boni – programmare investimenti che poi, come è successo finora, non vengono realizzati. Servono fatti: vogliamo cominciare a vedere le ruspe all’opera.”
Anche perché l’edilizia toscana è ancora in crisi, nonostante alcuni segnali di ripresa: “Si sono persi circa 25 mila posti di lavoro dal 2008 al 2017 – ha detto la segretaria Filca Cisl Toscana Simona Riccio – passando da circa 70 mila addetti a poco più di 45 mila; i lavoratori a partita Iva sono ormai il 49% degli occupati. Dal 2009 al 2017 i permessi a costruire sono diminuiti per gli edifici residenziali del 41% a livello nazionale e del 48,7% in Toscana, e i bandi di gara sono passati dai 1589 del 2008 ai 785 del 2017.” Riccio ha anche ricordato che “il contratto nazionale del settore edile è scaduto da due anni e il rinnovo non può essere rimandato oltre.”
“Il nemico da sconfiggere è l’immobilismo e il rinvio, il rimettere in discussione sempre anche quanto già deciso” dice il segretario generale aggiunto Cisl Toscana Ciro Recce, che chiede “una mobilitazione di massa, che coinvolga istituzioni, sindacati, imprese, società civile, tutti quelli che ci stanno, per sensibilizzare tutti sull’importanza di realizzare queste infrastrutture, che sono necessarie per ammodernare il Paese e utili a rilanciare l’occupazione.”
(dal sito www.cisltoscana.it)
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Lo stato delle opere infrastrutturali in Toscana e le prospettive di crescita economica ed occupazionale della regione: sono i temi al centro di una tavola rotonda organizzata dalla Cisl Toscana e dai sindacati dell’edilizia, Filca-Cisl, e dei trasporti, Fit-Cisl.
L’evento, dal titolo “Le infrastrutture in Toscana – Prospettive di sviluppo e occupazione”, è in programma martedì 3 luglio prossimo a Firenze, nella sala blu di Montedomini – Il Fuligno, in via Faenza 48 (inizio alle 9:30).Sul tema si confronteranno numerosi rappresentanti del mondo politico, sindacale, imprenditoriale: Vincenzo Ceccarelli (assessore alle infrastrutture e alla mobilità della Regione Toscana), Raffaele Celia (Coordinamento Territoriale Centro dell’Anas), Efisio Murgia (Direttore Territoriale Produzione di Firenze di RFI), Gennarino Tozzi (Direttore Progetti Infrastrutturali di Atlantia Spa), Edoardo Bianchi (Vice Presidente alle Opere Pubbliche dell’Ance), Ciro Recce (Segretario Generale Aggiunto Cisl Toscana) ed infine Antonio Piras e Franco Turri, segretari generali della Fit e della Filca nazionali. I lavori saranno introdotti dai segretari generali di Fit e Filca Toscana, Stefano Boni e Simona Riccio, e saranno coordinati da Marzio Fatucchi giornalista del Corriere Fiorentino.