“Chiediamo al Parlamento di votare entro la fine di questa legislatura la riforma della legge 91/92 sulla Cittadinanza, già approvata due anni fa dalla Camera, che introduce i concetti dello Ius soli temperato e dello Ius culturae”. Così in una nota congiunta a firma Kurosh Danesh e Selly Kane, responsabili Ufficio immigrazione Cgil nazionale, Liliana Ocmin, responsabile Immigrati Donne e Giovani Cisl nazionale, e Giuseppe Casucci, coordinatore Dipartimento politiche migratorie Uil nazionale in vista dell’iniziativa ‘Cittadinanza Day’, promossa da ‘#ItalianiSenzaCittadinanza’ e ‘L’Italia sono anch’io’ che si terrà il 13 Ottobre prossimo in Piazza Montecitorio a Roma alle ore 16,30 – cui le tre confederazioni hanno dato la loro adesione.
“Con la nuova legge infatti – spiegano Danesh, Kane, Ocmin e Casucci – i minori figli di cittadini stranieri lungo soggiornanti (5 anni), nati e cresciuti in Italia o giunti sul nostro territorio entro il 12° anno di età, che abbiano frequentato regolarmente un ciclo di studi di almeno 5 anni potranno diventare, su richiesta di uno dei due genitori, cittadini italiani”.
“A scanso di equivoci e strumentalizzazioni politiche – continuano – va precisato che la nuova legge non riguarda gli immigrati irregolari, i minori non accompagnati e tutti coloro che continuano a sbarcare sulle nostre coste. I potenziali beneficiari di questo provvedimento sarebbero nell’immediato circa 800 mila, 643 mila nati nel nostro Paese e 166 mila studenti nati all’estero, mentre per il futuro si stimano circa 50 mila nuovi cittadini l’anno”.
Pertanto Cgil, Cisl, Uil “ritengono si tratti di una grande occasione di civiltà per l’Italia e credono fermamente che l’approvazione di questa legge rappresenti la base fondamentale per una politica di integrazione responsabile ed efficace, in grado di realizzare una convivenza civile e sociale basata realmente su valori fondanti e condivisi, come ci suggerisce la nostra Carta costituzionale”. “Continueremo ad impegnarci a tenere alta l’attenzione su questo tema insieme alle forze democratiche che vogliono un Paese aperto e civile”, concludono.