Nota a firma di Giovanni Matta, segretario generale Filca-Cisl Sardegna
Dobbiamo attribuire all’ingestione d’acqua di mare durante la recente torrida estate alcune facezie lette a margine dell’importante “novità” contenuta nel comunicato ISTAT e relativa all’incremento dell’occupazione in Sardegna. Non dubitiamo che l’andamento stagionale, unitamente all’ottima performance espressa dall’industria turistica sarda, abbia favorito un salutare incremento dei livelli occupazionali.
Ci fa sorridere invece, (riso amaro naturalmente) l’incremento degli occupati nel settore delle costruzioni. Certamente non si è registrato nella nostra Regione, posto che negli Enti Paritetici di derivazione contrattuale, Casse Edili Provinciali, Edilcassa Regionale, e Cassa Edile Artigiana, l’andamento occupazionale in Sardegna fornisce una dimensione di tutt’altro tenore.
L’occupazione resta stabile con 23.000 addetti, dopo averne perso 28.000 negli ultimi dieci anni, passando dai 51.000 occupati del 2007 agli attuali. Dai dati non risulta nessun aumento delle ore lavorate come anche il monte salari complessivo resta stabile attorno ai 170 milioni annui mentre erano 360 milioni nel 2007. Vieppiù, l’attuale condizione del lavoro edile, evidenzia una forte precarietà. Infatti la media delle ore annue per lavoratore si attesta su valori prossime alle 800. Molto meno della metà di quanto dovrebbe veder impegnato un lavoratore.
Nonostante gli ottimisti ad ogni costo per noi della Filca il tema lavoro da creare resta la priorità, così come resta imperativo accelerare la spendita delle risorse unitamente all’adozione di una legislazione sull’urbanistica di alto profilo. Se questo dovesse accadere subito forse i dati dell’ISTAT potrebbero diventare realtà. Sino ad allora!!!!!!