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Roma, ancora un morto in un cantiere edile

Roma, ancora un morto in un cantiere edile

Roma
Macale: insufficienti i protocolli d’intesa sui controlli per la sicurezza, senza la volontà di attuare la vigilanza
Filca: istituzioni latitanti
Le istituzioni hanno la responsabilità morale per la morte di Mario Seva, l’operaio di 58 anni morto la settimana scorsa schiacciato dalla caduta di pali di ferro di un’impalcatura. Il segretario generale della Filca Cisl di Roma, Stefano Macale, critica l’atteggiamento di chi al tavolo del protocollo d’intesa promosso dal prefetto di Roma e che prevede il coordinamento di controlli da parte di Asl e Direzione provinciale del lavoro, non ha voluto convocare le organizzazioni sindacali. “Ancora una volta – afferma Macale – siamo costretti a piangere per la morte di un operaio edile sul luogo di lavoro, la quattordicesima vittima negli ultimi diciotto mesi, la quarta nel 2004 a Roma e provincia. Alla nostra proposta di fornire il bagaglio di conoscenze perché si potesse fare effettivamente controllo e prevenzione ci hanno risposto non convocandoci. Non sono sufficienti i protocolli di intesa sui controlli per la sicurezza se non c’è la volontà di attuare seriamente la vigilanza e le ispezioni nei luoghi di lavoro istituendo un ente unico che funga da coordinamento tra i diversi organismi ispettivi. Ma per la sicurezza sul lavoro solamente le parti sociali tramite gli enti bilaterali di settore fanno la loro parte, mentre dobbiamo annotare la latitanza delle istituzioni che pensano che il nostro ruolo debba essere marginale. Inoltre è stato il sindacato a chiedere l’istituzione dell’Agenzia regionale per la sicurezza sul lavoro, e sulla morte di Mario Seva grava la responsabilità di chi sta bloccando alla Regione la discussione sulla legge che punta a formare l’Agenzia. Chiediamo, insieme agli altri sindacati, che vengano potenziati la vigilanza e le ispezioni ed è per questa ragione che vogliamo che venga istituito un organismo agile che pianifichi e coordini tutti gli organismi ispettivi. Secondo la dichiarazione dell’assessore regionale Verbaschi sono in diminuzione le morti sui cantieri non dichiarando i dati del 2003 perché non definitivi, ma è stato proprio questo l’anno in cui vi è stato un aumento delle vittime rispetto all’anno precedente, sedici decessi di cui 10 a Roma, 4 a Frosinone, 1 a Latina e 1 a Viterbo”. Nonostante gli accordi firmati senza i sindacati nei cantieri e mentre si tenta di decidere a chi spetti la regia di un reale coordinamento tra Asl, Ispettorato al Lavoro, Regione, Prefettura si continua a morire sul posto di lavoro. “Sembra di stare in guerra”, dichiara ancora Macale. E dal 2000, terminati i lavori del Giubileo, sono 31 le vittime.

Amedeo Ciotti

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