Edili, riprende il confronto

Edili, riprende il confronto

Roma
Riguarda 1 milione di addetti
Torna a riunirsi stamattina presso la sede dell’Ance di Roma, il tavolo per il rinnovo del contratto nazionale dell’edilizia, scaduto il 31 dicembre 2003. La trattativa, che continuerà anche giovedì, interessa più di un milione di lavoratori del settore delle costruzioni. Dagli incontri si attende una svolta decisiva verso la firma di un accordo. In caso contrario, i sindacati di categoria Fillea, Filca e Feneal hanno già manifestato l’intenzione di riprendere forme di protesta. I sindacati sostengono con forza la piattaforma unitaria che fa delle qualità del lavoro l’obiettivo centrale e chiedono un incremento salariale di 90 euro mensili al terzo livello. Ma la trattativa si è incagliata non sulla parte economica (non ancora affrontata e sulla quale l’Ance aveva già dato una generica disponibilità), ma su due punti normativi. Il primo è la responsabilità dell’impresa madre sull’impresa subappaltatrice in caso di mancata erogazione dei trattamenti economici e salariali e il secondo è l’orario di lavoro. I sindacati chiedono di mantenere l’attuale articolato contrattuale che, in caso di subappalto, impone all’impresa madre di comunicarlo ai sindacati e di risponderne sul fronte regolarità. Ma dall’Ance arriva la richiesta di abolire questa norma, superata anche dalla legge 30. Sull’orario di lavoro, il contrasto riguarda l’interpretazione della legge 66 che stabilisce che l’orario medio settimanale si calcoli su base quadrimestrale, con un tetto di straordinari di 250 ore, lasciando alla contrattazione negoziale la discussione su eccezioni. L’Ance chiede che la media sia invece calcolata su base annuale. Nelle trattative, tuttavia, sono già state trovate delle intese. Una riguarda la durata dell’apprendistato in relazione alla professionalità in uscita e l’assunzione dell’apprendista a un livello inferiore a quello finale. Accordo anche sulla riforma del sistema bilaterale. Casse edili, Enti di formazione e Enti paritetici per la sicurezza diventeranno un unico sistema nazionale, anche in previsione del rilascio del Durc, il documento unico di regolarità contributiva, reso obbligatorio dalla legge Biagi per tutti gli appalti. Spiega il segretario generale della Filca Domenico Pesenti: “La trattativa è partita bene e non c’erano problemi sulle richieste salariali, fatte secondo gli accordi del ‘93”. L’ostacolo è arrivato “sulla rivisitazione della normativa in materia di orario di lavoro, quando sono emerse valutazioni diverse sulla legge”. Non solo. Alla base di tutto – aggiunge Pesenti – ci deve essere una forte regolarità dell’impresa che si garantisce con il mantenimento della responsabilità del subappalto all’impresa madre e con il rafforzamento del Durc”. Ma in questo momento “alcune posizioni dell’Ance, che pure ha firmato con noi e le altre parti sociali l’avviso comune contro il sommerso e la convenzione con Inps e Inail sul Durc, sembrano in contrasto con la comune battaglia contro l’irregolarità”. Per la Filca, però, il contratto va firmato in tempi brevi. “Questi due giorni di trattativa – avverte Pesenti – sono importanti per capire se si va alla firma o alla rottura. E per l’edilizia non possiamo più allungare oltre la firma”

G.G.

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