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Piemonte, rispettare le regole nei grandi cantieri

Piemonte, rispettare le regole nei grandi cantieri

Torino
La Federazione degli edili della Cisl del Piemonte chiede che per le grandi opere che si stanno costruendo in Piemonte (alta velocità, siti olimpici, passante ferroviario) la fretta non si trasformi in rischio per la sicurezza dei lavoratori e in un mancato rispetto delle regole (di trasparenza e contrattuali). Lo fa con un convegno che si è svolto ieri a Torino e nel quale il segretario confederale, Raffaele Bonanni, ha avanzato una richiesta alla Regione: “Vari delle norme per cui chi non rispetta le regole non sarà pagato”. Ad ascoltarlo c’erano l’assessore regionale alle Opere pubbliche, Caterina Ferrero, e il presidente e direttore generale dell’ Agenzia Torino 2006 (quella che affida tutti i lavori olimpici), Mimmo Arcidiacono. Il segretario della Cisl Piemonte, Mario Scotti, e quello della Filca regionale, Ferdinando Speranza, hanno messo l’ accento sulla grande opportunità di sviluppo e di occupazione rappresentata dalle grandi opere: “Sono investimenti – ha detto Scotti – che hanno consentito di far fronte alla crisi di due settori trainanti, quelli dell’ auto e del tessile”. Ma non si deve dimenticare la necessità del rispetto delle regole e per questo la Cisl Piemonte sollecita la giunta regionale a rendere concreto l’impegno per un tavolo con le organizzazioni sindacali che analizzi tutti i temi legati alle infrastrutture. La partita è grossa: i cantieri del passante ferroviario torinese, dell’alta velocità Torino-Novara e dei nuovi impianti olimpici valgono 10 miliardi di euro e vi lavorano oltre 6 mila persone. L’edilizia è in forte espansione, come dimostrano i 15 mila iscritti in più alla Casse edili del Piemonte, che oggi ne contano 47 mila. Sono però i più fortunati, alle cui spalle – fa notare sempre la Filca – vi sono i circa 30 mila “in grigio” (cioè solo parzialmente regolarizzati) e gli ancora più numerosi in nero (secondo l’Istat, in Piemonte operano nell’ edilizia 129 mila persone). “Su tre edili – sostiene la Cisl – uno solo è totalmente in regola. Molti sono gli schiavi del terzo millennio, ex dipendenti trasformati in lavoratori autonomi o extracomunitari: lavorano 12-14 ore al giorno per magri guadagni”. Quello degli stranieri è il fenomeno più clamoroso: solo fra gli iscritti alle Casse edili, rappresentano il 30% (con punte del 48% in provincia di Asti e del 36% in quella di Torino. L’imperativo è garantire condizioni di lavoro sicure in un settore dove i rischi sono spesso alti: basti pensare che dall’80 ad oggi gli operai edili morti in Piemonte sono stati 690 (31 nel 2002). E c’è una triste equazione fra irregolari e infortuni, come ha sottolineato il presidente del Comitato nazionale per l’emersione del lavoro non regolare, Luca Mendolesi, che ha proposto norme che premino le aziende serie.

Rocco Zagaria

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