“Le parole di Raffaele Cantone rappresentano esattamente la sintesi della nostra posizione sul subappalto, dopo le contestate modifiche all’articolo 105 del Codice Appalti. Sapere che il sindacato ha un alleato così autorevole è la migliore garanzia per ottenere un dietrofront del governo e la reintroduzione del limite del 30% all’utilizzo del subappalto”. Lo hanno dichiarato il segretario confederale della Cisl, Maurizio Bernava, e il segretario generale della Filca-Cisl Franco Turri, commentando il contenuto dell’audizione del presidente dell’Anac presso le Commissioni riunite Ambiente e Lavori pubblici di Camera e Senato.
“Cantone ha giustamente rilevato come liberalizzando il subappalto si lascia alla Pubblica amministrazione un potere eccessivo. A nostro avviso – proseguono Bernava e Turri – la norma, se non sarà modificata, provocherà un danno duplice: per il sistema delle imprese, che in questo modo va incontro ad una ulteriore frammentazione, e per i lavoratori, condannati alla precarizzazione e sempre più esposti al rischio di infortunio. Il governo ha giustificato l’eliminazione del limite del 30% con la necessità di adeguare la normativa italiana a quella europea. Ma forse non ricorda che in Francia e Germania, dove il subappalto è libero, aprire una impresa edile è possibile solo con requisiti severi e precisi. L’unico modo per ottenere questo – concludono i due sindacalisti – è l’introduzione, nel nostro sistema, della Patente a punti, uno strumento semplice che proponiamo da anni e che garantirebbe la qualificazione e la selezione delle imprese”.