A che punto è il negoziato tra Regione Basilicata e Sol, l’impresa che dovrebbe costruire il nuovo ospedale di Lagonegro? A chiederselo è il segretario generale della Filca Cisl Basilicata, Michele La Torre, che non nasconde un certo pessimismo sulla trattativa tra Regione e concessionaria dopo che quest’ultima ha chiesto un ulteriore finanziamento di 28 milioni per l’avvio dei cantieri.
In tredici anni il costo dell’opera è più che raddoppiato, ma sulla data di inizio dei lavori c’è ancora un grande punto interrogativo. La stessa fase di progettazione era finita nei mesi scorsi sotto la lente della Guardia di Finanza e della procura regionale della Corte dei Conti per un presunto danno erariale a seguito di una variante geologica. I sindacati di categoria Filca Fillea Feneal vogliono vederci chiaro e per questo hanno chiesto nei giorni scorsi la convocazione urgente dell’osservatorio regionale sulle opere pubbliche.
“Il mio timore – commenta laconico La Torre – è che si vada verso la rescissione del contratto con un allungamento indefinibile dei tempi di avvio del cantiere. Sarebbe una beffa per tutta la comunità del lagonegrese che attende da anni questa importante infrastruttura e per i tanti disoccupati dell’area che con la progressiva chiusura dei cantieri sul tratto lucano della Salerno-Reggio vedono ridursi al lumicino le occasioni di lavoro sul territorio. Sul nuovo ospedale di Lagonegro – continua il sindacalista della Filca Cisl – serve un’operazione verità. Pittella ci dica senza giri di parole a che punto è il contenzioso tra Regione e Sol e se ci sono le condizioni concrete per far partire il cantiere”.
Per La Torre “non è possibile che in tredici anni non sia stata messa ancora la prima pietra, mentre migliaia di disoccupati attendono l’apertura dei cantieri e il completamento delle tante opere incompiute disseminate nella regione”.