CRAC DIVANIA, LA FILCA SI COSTITUISCE PARTE CIVILE

CRAC DIVANIA, LA FILCA SI COSTITUISCE PARTE CIVILE

DivaniaProsegue senza sosta l’impegno della Filca-Cisl di Bari a favore dei 430 dipendenti della Divania, la società fallita a causa di operazioni ed investimenti sbagliati, suggeriti in malafede da funzionari e manager bancari. Il sindacato guidato da Antonio Delle Noci si costituirà parte civile nell’udienza preliminare in programma domani, giovedì 11, e contestualmente ha organizzato un sit-in dei lavoratori all’esterno del Tribunale barese. “Ci sono 430 tragedie familiari che si trascinano da anni – spiega Delle Noci – e noi abbiamo il dovere morale di assicurare il nostro sostegno a ciascuno dei lavoratori che da anni ha perso il lavoro e la dignità. Nessuno deve sentirsi solo!”. Secondo le accuse Unicredit avrebbe provocato il fallimento della società, costretta a bloccare l’attività e a licenziare tutti i lavoratori; 16 top manager della banca, tra i quali anche l’attuale amministratore delegato, Federico Ghizzoni, e il predecessore Alessandro Profumo, dovranno rispondere di concorso in bancarotta fraudolenta. “Divania era una società solida e strutturata – ricorda Delle Noci – che impiegava 430 operai nel suo stabilimento di 40.000 metri quadrati coperti ed aveva un fatturato di 70 milioni di euro. Poi il suo titolare, Francesco Saverio Parisi, sarebbe stato indotto a sottoscrivere 203 contratti derivati che hanno impedito la normale attività produttiva della società e ne hanno causato prima il dissesto e poi il fallimento. Ma noi siamo fiduciosi nella giustizia e ci auguriamo davvero che il processo in corso possa accertare verità e responsabilità. Inoltre – ha concluso Delle Noci – stiamo valutando la possibilità di avviare una class action, affinché i lavoratori possano ottenere il giusto risarcimento per i danni subiti”.
“È una battaglia di legalità e di giustizia sociale – commenta Franco Turri, segretario generale della Filca nazionale – una vicenda-simbolo che è un po’ uno spaccato del nostro Paese, dello strapotere bancario e finanziario che strozza le imprese, negando l’accesso al credito, o addirittura le raggira determinandone il fallimento, come avvenuto con Divania. Questa vicenda è la conferma che è necesasrio trovare nuovi strumenti per garantire credito alle imprese: una possibilità concreta è quella di permettere ai fondi pensione di investire le sue ingenti risorse, pari a decine di miliardi di euro, in economia reale, come accade già negli Usa e in Canada. Tutelare i lavoratori coinvolti – prosegue Turri tornando al caso Divania – restituire loro la dignità perduta, assicurare un futuro più sereno a 430 famiglie è un dovere al quale non possiamo sottrarci, ed è la risposta a quanti ritengono il sindacato un soggetto inutile o, peggio, responsabile di tutti i mali dell’economia nazionale. Siamo sempre stati e continueremo ad essere un protagonista sociale importante e responsabile, che ha come unico obiettivo gli interessi dei lavoratori e la crescita economica e sociale del Paese”, ha concluso Turri.

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