Una “Patente a punti” per le imprese del settore lapideo, con l’obiettivo di premiare le realtà virtuose e di escludere dal mercato quelle nelle quali si verificano troppi infortuni. A proporlo è Giacomo Bondielli, responsabile territoriale della Filca-Cisl di Lucca e Massa Carrara, dopo l’ennesimo incidente mortale in una cava, il terzo dall’inizio dell’anno. Questa volta la vittima è Nicola Mazzucchelli, di 45 anni, padre di 4 figli, morto sul colpo dopo essere stato colpito da una perlina di filo diamantato durante le fasi di taglio di un blocco di marmo. “Bisogna rimettere al centro il lavoratore e smettere di pensare solo al profitto – accusa Bondielli – e bisogna rispettare le norme relative alla sicurezza, che in quella cava, a detta del delegato, in quel momento non c’erano. Alle spalle dell’operaio deceduto, infatti, era in corso l’abbattimento di una bancata, uno sbaglio fare due cose contemporaneamente, sarebbe stato giusto e prudente sospendere le operazioni di taglio del marmo”. Ieri i 2.000 addetti del settore lapideo hanno incrociato le braccia per manifestare il loro cordoglio nei confronti del collega tragicamente scomparso e per chiedere più sicurezza: “Proponiamo di introdurre una sorta di Patente a punti per le aziende del marmo – spiega il sindacalista della Filca – che penalizzi quelle in cui si verificano incidenti. In questa cava, per esempio, ci sono stati ben 4 morti negli ultimi anni, è inaccettabile. In molte aziende, per esempio, sappiamo che la quantità di marmo estratto in un anno ammonta ad oltre 2.000 tonnellate per operaio, una cifra spropositata che denota un sovraccarico pericoloso e disumano: la quantità sopportabile non può superare le 1.000 tonnellate”.