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RETE STRADALE, PER I SINDACATI SERVE UN PIANO STRAORDINARIO DI MANUTENZIONE

RETE STRADALE, PER I SINDACATI SERVE UN PIANO STRAORDINARIO DI MANUTENZIONE

“La rete viaria nazionale è lo specchio fedele del Paese: non basta realizzare le cose, ma bisogna provvedere alla loro manutenzione e valorizzazione, bisogna monitorarle costantemente e metterle in sicurezza. Altrimenti tutto è lasciato nell’inerzia e nell’incuria”. Il senso dell’iniziativa sulla manutenzione delle strade, organizzata dalla Filca e dalla Fit nazionali, è racchiuso nelle parole di Annamaria Furlan, che ha concluso i lavori. La rete stradale, a detta di tutti i relatori intervenuti, costituisce un vero patrimonio collettivo che va gestito e valorizzato.
I numeri parlano da soli: la rete viaria nazionale è costituita da circa 155mila chilometri, di cui 7.143 di autostrade, 20.423 di strade di interesse nazionale, 7.971 di strade regionali, 111.514 di strade provinciali e 7.115 di strade da classificare. Una risorsa, che se trascurata e non curata può rivelarsi una vera trappola, visto che il 30% dell’incidentalità risulta imputabile proprio allo stato di degrado delle pavimentazioni. Uno dei nodi da risolvere è quello del ruolo dell’Anas: “La manutenzione dei 25mila chilometri distrade che abbiamo in gestione – ha detto il presidente Gianni Armani – può essere una leva di sviluppo importante, perché ha bisogno di meno autorizzazioni, i lavori partono in 3-6 mesi rispetto a 1-2 anni per le opere nuove, e consente di ricostruire l’organizzazione di Anas. Nel piano dal 2015 al 2019, che vale 20 miliardi, 8,2 sono destinati alla manutenzione ed al potenziamento della rete esistente. Inoltre – ha aggiunto Armani – nella prossima legge di Stabilità chiederemo norme per l’autonomia finanziaria dell’Anas, per poter contare sulla stabilità di finanziamenti per la realizzazioni di investimenti, per un valore medio di 2 miliardi l’anno”.
Dal canto suo Edoardo Bianchi, vicepresidente dell’Ance, l’associazione dei costruttori, ha sottolineato l’importanza di nuovi investimenti: “Negli anni ’70 la rete autostradale italiana era all’avanguardia in Europa. Poi, con il decremento degli investimenti, siamo stati surclassati da altre nazioni, come la Germania e la Spagna. Ma non è più sostenibile che ad un calo degli investimenti corrisponda un aumento della spesa corrente, e non va il sistema di aggiudicazione delle gare, visto che con qualunque modalità, dall’esclusione automatica al massimo ribasso, all’offerta economicamente più vantaggiosa, c’è un ribasso medio del 40/50% dell’importo”.
Compatto il fronte sindacale: le parole d’ordine sono manutenzione, maggior ruolo dell’Anas, partecipazione dei lavoratori. “Su Anas – ha detto Giovanni Luciano, segretario generale della Fit – siamo Furlan okmolto critici rispetto a quelli che sono gli annunci e quella che è l’azione di governo: noi critichiamo da tempo il ruolo dell’Anas perché non c’è manutenzione, non si può andare avanti con le strade in questo stato, che non sono da Paese civile. La manutenzione è una priorità per il Paese. Il presidente Armani a livello di dichiarazioni è in linea con quello che chiediamo, ma vogliamo vedere i fatti che sono legati alle risorse”, ha aggiunto. “Tra le nostre richieste ci sono un Piano straordinario per la manutenzione della rete nazionale e la creazione di una banca dati unica nazionale dedicata al monitoraggio degli interventi. E poi riteniamo che l’internalizzazione delle attività core possa avere ricadute occupazionali davvero rilevanti, pari a 2.500 unità circa”.
Per Franco Turri, segretario della Filca nazionale, che ha partecipato ai lavori insieme al segretario nazionale Enzo Pelle, “il piano straordinario di manutenzione deve consentirci di passare dalla emergenza alla progettazione. Bisogna monitorare la rete, avere conoscenza non solo della condizione delle strade ma anche del loro contesto, mettendo in sicurezza tutto il territorio. Importante in questa partita la qualificazione delle imprese, con la Patente a punti, e la garanzia che il lavoro sia di qualità”. Infine un cenno alla sicurezza ed alla partecipazione dei lavoratori: “Nel settore registriamo ancora troppi incidenti: bisogna intervenire non solo per ridurre gli infortuni, ma anche per prevenire le malattie professionali. Ritengo – ha aggiunto Turri – che ci sia spazio, in Anas, per garantire la partecipazione dei lavoratori. Si tratta di una sfida che si vince insieme”.
Annamaria Furlan, chiudendo i lavori, ha ribadito che l’Anas deve svolgere un ruolo diverso. “Il decentramento della manutenzione delle strade ha fallito – ha detto senza mezzi termini – bisogna riorganizzare il sistema, affidando all’Anas un ruolo centrale, più importante. Sarebbe l’occasione per evitare gli errori del passato: il Paese risulta essere a 2, 3 velocità rispetto all’offerta ed alla qualità dei servizi. Un ruolo centrale dell’Anas consentirebbe di avere uno snellimento degli interventi, e quindi una maggiore efficacia. L’Anas come unica stazione appaltante garantirebbe legalità. Infine – ha concluso il segretario generale della Cisl – il Piano straordinario di manutenzione sarebbe un elemento strategico soprattutto per il sud: la nuova legge di stabilità è l’occasione per capire se il piano del sud è realistico”.

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