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DAL 2008 AL 2015 CRESCITA ESPONENZIALE DEI CONTRATTI NAZIONALI

DAL 2008 AL 2015 CRESCITA ESPONENZIALE DEI CONTRATTI NAZIONALI

“Nel periodo dal 2008 al 2015 c’è stata una crescita esponenziale del numero dei CCNL, che passano da 398 a 706. Se fino al 2008 l’elevato numero di CCNL era legato essenzialmente alla frammentazione della rappresentanza datoriale insieme alla definizione di ambiti settoriali generalmente molto ristretti, successivamente su questa base si è innescato un meccanismo accrescitivo dovuto, da un lato, dai sindacati non confederali, che firmano contratti già conclusi da CGIL, CISL e UIL e, dall’altro, dal moltiplicarsi di coalizioni di associazioni imprenditoriali/sindacali, alternative rispetto ai tradizionali protagonisti e che si propongono come un riferimento diverso per la contrattazione”. E’ quanto emerge dalla ricerca sui contratti nazionali realizzata dall’Osservatorio del Mercato del Lavoro della Cisl nazionale.

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“Il fatto – si legge nella presentazione della ricerca, a cura del segretario confederale Gigi Petteni – è che il boom del numero dei contratti nazionali ne segnala la corrosione della rilevanza. La proliferazione dei CCNL comporta per tutti l’incertezza delle regole e dei riferimenti. Per i lavoratori, specie nei settori più deboli e con bassa sindacalizzazione, questo significa una riduzione della protezione rispetto ad una retribuzione ed una condizione di lavoro adeguate. Per le imprese rischia di far crescere i costi di regolazione del conflitto e peggiorare le performance. Invece di rispondere alla regola di “pochi, ma buoni”, il sistema sembra indirizzato ad una moltiplicazione disordinata”.

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