GALLERIA “LA FRANCA”, L’ANAS AMMETTE: “C’E’ POCO CEMENTO”

GALLERIA “LA FRANCA”, L’ANAS AMMETTE: “C’E’ POCO CEMENTO”

“In quella galleria è stato utilizzato poco cemento”. La denuncia, circostanziata, era stata fatta in due diverse puntate di aprile della trasmissione “Report”, in onda su Rai Tre, da due operai impegnati nei cantieri del “Quadrilatero”. In particolare il cantiere incriminato è quello della galleria “La Franca”, sulla statale Foligno-Civitanova, tra l’Umbria e le Marche, la cui inaugurazione è prevista in estate: “Nella galleria – avevano riferito i due edili – il progetto prevede che ci siano dai 50 ai 60 centimetri di spessore. In molti punti della galleria, invece, lo spessore è dai 12 ai 20 centimetri: così facendo è stato risparmiato cemento, ma con gravi rischi per la tenuta stessa della galleria, anche perché ci troviamo in una zona sismica”.
Una denuncia gravissima e che aveva provocato la pronta risposta dell’allora presidente dell’Anas, Pietro Ciucci: “La denuncia fatta dai due operai è priva di riscontri e difficilmente confermabile. Nella galleria la qualità e la quantità dei materiali utilizzati, calcestruzzo, ferro, centine, risulta ben superiore rispetto a quanto previsto dal progetto esecutivo. Già lo scorso anno è stata inoltre effettuata un’indagine georadar su circa il 25% dell’opera, da cui non sono emersi né sottospessori né vuoti dei rivestimenti”. Per fortuna, però, l’Anas aveva comunque provveduto ad inviare di nuovo i tecnici, per rifare i sondaggi e le verifiche. I risultati di quei sondaggi li ha comunicati il nuovo presidente dell’Anas, Gianni Armani, e sono a dir poco sconcertanti: “Da una nuova verifica, viene fuori che ci sono delle non conformità, in particolare dei sottospessori rispetto a quanto previsto dal progetto, che prevedeva 50 cm di calcestruzzo, mentre c’è un 10% della galleria dove lo spessore è inferiore di almeno 20 cm. Questo significa che quella galleria va rinforzata in alcuni punti. Bisogna comunque aumentare i controlli autonomi di Anas, e rivedere la strategia contrattuale”.
Un mea culpa che conferma le denunce degli operai edili ma che fa anche ben sperare in un nuovo corso della società pubblica, che è di proprietà del Ministero dell’Economia, è vigilata dal Ministero dei Trasporti e gestisce ben 25.000 chilometri di strade e autostrade. La reazione del sindacato è di sorpresa e di sdegno al contempo: “Il cantiere del Quadrilatero è un’opera di eccezionale importanza per l’economia delle due regioni coinvolte, l’Umbria e le Marche”, ha dichiarato Emanuele Petrini, segretario della Filca umbra. “Si tratta di un lavoro complesso ed importante, che coinvolge un migliaio di lavoratori, e che ci vede impegnati in prima linea per il rispetto della sicurezza sul lavoro, dell’applicazione del contratto e delle normative. L’appalto è stato vinto dalla ditta austriaca Strabag, e tutti i subappalti sono stati fatti in modo regolare. Ma questa notizia getta una luce inquietante sull’opera, perché recuperare risorse risparmiando sul materiale è davvero una cosa scellerata. Bisogna accertare le responsabilità, qualcuno dovrà pagare le conseguenze di una condotta davvero imperdonabile”.
I lavori, avviati 5 anni fa, prevedono la realizzazione di opere infrastrutturali viarie, i cui assi rappresentano idealmente i quattro lati di un quadrilatero. “Il Progetto infrastrutturale viario – si legge nel sito dell’Anas – consiste nel completamento e adeguamento di due arterie principali (l’asse Foligno-Civitanova Marche strada statale 77 e l’asse Perugia-Ancona statali 76 e 318), della Pedemontana Fabriano-Muccia/Sfercia e di altri interventi viari, idonei ad assicurare il raccordo con i poli industriali esistenti e, più in generale, a migliorare ed incrementare l’accessibilità alle aree interne delle Regioni interessate”. Insomma, un’opera fondamentale dal punto di vista strategico-logistico, perché in grado di ‘avvicinare’ ulteriormente territori vivaci e importanti nel panorama economico nazionale, ma sulla quale pende la ‘spada di Damocle’ della qualità dei lavori: “Sulla vicenda, finita anche in tribunale, è intervenuto il segretario generale della Filca-Cisl nazionale, Domenico Pesenti: “La denuncia dei lavoratori, che ringrazio per l’ammirevole coraggio che hanno avuto, è davvero gravissima e preoccupante. Qui non è solo a rischio l’incolumità degli operai impegnati nel cantiere, ma di tutti i cittadini, che come la cronaca dimostra sono le vittime di lavori effettuati male, con scarsa qualità e quantità dei materiali. Colpa anche del ricorso al massimo ribasso e ai subappalti a catena, un vero cancro del sistema. Proprio oggi sarò in Sicilia per occuparmi del disastroso stato in cui versano le infrastrutture della Regione, la cui viabilità è messa in ginocchio da crolli e cedimenti di ponti e viadotti. La vicenda umbra dimostra che non si tratta di episodi circoscritti, ma di una vera emergenza nazionale: la qualità dell’opera, insieme alla regolarità ed alla legalità del lavoro, sono le basi sulle quali si fonda un Paese civile. Una verità che in Italia è spesso dimenticata e della quale, invece, si dovrebbe fare tesoro”, ha concluso Pesenti.

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