DURC ON LINE, I RISCHI PER L’EDILIZIA

DURC ON LINE, I RISCHI PER L’EDILIZIA

Svolta digitale per il Durc, il documento unico di regolarità contributiva: dal primo luglio la richiesta potrà essere fatta online. Grazie al lavoro di informatizzazione delle procedure e del collegamento tra le diverse banche dati le aziende potranno chiederlo direttamente online ed avere in tempo reale, in caso di perfetta regolarità, il documento che sarà valido per quattro mesi. I risparmi per la pubblica amministrazione per questa semplificazione (sono oltre cinque milioni i Durc rilasciati ogni anno ma per il 2015 sono stati due milioni solo nei primi tre mesi) a regime saranno di circa 100 milioni di euro l’anno (80 milioni per le pubbliche amministrazioni e 20 per le imprese). La notizia arriva dal ministero del Lavoro che ha presentato il nuovo sistema per il quale sarà necessario un decreto da approvare entro il primo giugno. II ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha definito questo passaggio una “novità molto importante”. In caso di riscontro di carenze contributive entro 72 ore saranno comunicate all’interessato le cause di irregolarità e saranno poi sufficienti pochissimi giorni per regolarizzare la propria posizione e ottenere il certificato.
Articolata la valutazione della Filca Cisl, promotrice del Durc dalla prima ora. “Bene il Durc online, siamo convinti della necessità di dematerializzare le procedure e di creare una banca dati – questo il primo commento di Domenico Pesenti, segretario generale Filca Cisl – anche se crediamo che questa impostazione valida per tutti i settori non lo sia altrettanto per il settore edile. Infatti per l’edilizia si poteva trovare una soluzione diversa, capace di mantenere un controllo reale sull’applicazione dei contratti”. Un’attenzione mancata, secondo la Filca, sulla quale continuare a lavorare. “II rischio è di ridurre le capacità di controllo e selezione delle imprese corrette-conclude Pesenti-. La finalità dovrebbe restare invece quella di trovare dei criteri specifici per selezionare le imprese regolari che è poi la ragione per cui è nato il Durc”.

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