Oltre 56 milioni di entrate e quasi 53 milioni di erogazioni, distribuite a 5.554 persone; un rendimento record, nel 2014, pari all’11,55%, il migliore tra tutti i comparti bilanciati obbligazionari dei Fondi Pensione negoziali. Sono i numeri di Prevedi, il Fondo Pensione Complementare per i Lavoratori delle Imprese Industriali ed Artigiane Edili ed Affini. Nei giorni scorsi l’Assemblea dei Delegati ha approvato il Bilancio 2014, e nelle stesse ore Milano Finanza, nell’ambito degli “Insurance e Previdenza Awards 2015”, ha premiato il Fondo con la “Tripla A” per il miglior rendimento.
“I dati parlano chiaro”, spiega Lanfranco Vari, in forza da anni alla Filca-Cisl nazionale e presidente del Fondo. “Lo scorso anno nelle casse di Prevedi sono entrati 56.420.396 euro e ne sono usciti, per le varie erogazioni, 52.894.746. Le entrate sono composte in parte dal contributo dei dipendenti, circa 7 milioni di euro, in parte da quello delle aziende, 6 milioni e 650mila euro, ma soprattutto dal Tfr, che nel 2014 ha sfiorato i 33 milioni di euro. I rendimenti finanziari che Prevedi ha maturato attraverso i suoi investitori sono stati pari a 6 milioni e 400mila euro, un risultato di tutto rispetto che ci ha permesso di ottenere un riconoscimento ambito come la tripla A”. La normativa sul tema è in continua evoluzione, e purtroppo gli ultimi provvedimenti non stanno andando nella direzione di sostegno dei Fondi contrattuali: basti pensare all’aumento della tassazione dall’11,5 al 20% ed alla portabilità della propria posizione da parte del lavoratore verso qualsiasi altra forma pensionistica complementare. Su una cosa sono tutti concordi, vale a dire l’importanza del ruolo sociale che il Fondo svolge: “Nel solo 2014 – spiega Vari – il Fondo ha erogato quasi 53 milioni di euro. In particolare la somma è stata erogata a 2702 lavoratori edili usciti dal settore, a 1190 persone per anticipazioni per motivi sanitari, per la ristrutturazione della casa o per l’acquisto della prima casa, a 694 per coloro che pur uscendo dal settore hanno chiesto un riscatto parziale, a 248 perché andati in pensione dopo almeno 5 anni di partecipazione al Fondo, a 276 disoccupati da almeno un anno, a 263 disoccupati da almeno 4 anni e a 181 perché passati ad un altro comparto”.
Numeri che soddisfano anche Domenico Pesenti, segretario generale della Filca: “Gli ottimi risultati conseguiti dal Fondo Prevedi sono il frutto della sinergia tra organizzazioni sindacali ed imprenditoriali, che hanno deciso di costituire un Fondo integrativo nell’interesse esclusivo dei lavoratori del settore. Tra l’altro il Fondo è in continua crescita grazie a quanto previsto dal contratto dell’edilizia sottoscritto nel 2014, che prevede l’iscrizione contrattuale dei lavoratori attraverso il pagamento, da parte dell’azienda, di 8 euro mensili. Un risultato importante ed innovativo nel panorama nazionale, frutto dell’azione operata in particolare dalla Filca in sede di trattativa per il rinnovo del contratto nazionale”. Ad oggi le iscrizioni contrattuali sono circa 310mila, alle quali si aggiungono 40mila adesioni “normali”: numeri in costante crescita e che puntano a raggiungere tutta la platea potenziale di iscritti, vale a dire gli oltre 500mila lavoratori iscritti nelle Casse edili, ai quali si aggiungono i circa 100mila impiegati. “Il nostro obiettivo – spiega Vari – è convincere i lavoratori a non accontentarsi della contribuzione contrattuale, ma di passare ad una adesione piena, anche perché in questo modo otterrebbero un ulteriore 1% da parte dell’azienda. Si tratta di una scelta saggia e conveniente, che permetterà ai lavoratori edili di assicurarsi una pensione più che dignitosa”.
Per il segretario confederale della Cisl, Maurizio Petriccioli, “il risultato conseguito dimostra il grado di crescita dell’intero sistema dei Fondi negoziali, che nel bel mezzo della più forte crisi finanziaria hanno raggiunto risultati ben superiori a quelli che il lavoratore avrebbe conseguito se avesse lasciato il proprio Tfr in azienda. Adesso l’obiettivo che ci poniamo – aggiunge Petriccioli – è impiegare le ingenti risorse dei Fondi pensione negoziabili per far riprendere l’intera economia del Paese. In particolare – spiega il segretario confederale della Cisl – bisognerà investire i circa 35 miliardi di euro a disposizione dei Fondi negoziali per la realizzazione o il completamento di infrastrutture materiali e immateriali; si tratta di una soluzione che permetterebbe all’Italia di superare il gap rispetto agli altri Paesi, e consentirebbe di aumentare le opportunità di lavoro soprattutto in edilizia, settore che ha subito un vero tracollo dall’inizio della crisi ad oggi, con la perdita di ben 800mila posti di lavoro”, ha concluso Petriccioli.