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SICILIA, ACCUSA DELLA FILCA: “LA REGIONE E’ UN ROBIN HOOD AL CONTRARIO”

SICILIA, ACCUSA DELLA FILCA: “LA REGIONE E’ UN ROBIN HOOD AL CONTRARIO”

“E’ notizia di oggi che il Genio Civile il 14 aprile scorso ha lanciato l’allarme sul rischio di crollo del rilevato e sul conseguente cedimento nella statale 121 e nel viadotto autostradale Ponte Cinque Archi sulla A19 Palermo-Catania. In un mondo normale ci si aspetterebbe la mobilitazione del governo regionale e invece il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, continua a sottrarre risorse agli investimenti per impiegarli in spesa corrente, mettendo in crisi il lavoro produttivo e l’infrastrutturazione della, ormai impraticabile, Sicilia. Il novello Robin Hood al contrario toglie soldi ai bisogni dei siciliani per pagare stipendi, pensioni, bonus produttività, indennità di carica, spese viaggi e soggiorni”. Lo dichiara Santino Barbera, segretario generale della Filca Cisl Sicilia che aggiunge: “Il governatore ha smentito di voler coprire il buco di bilancio con i fondi Cipe destinati alla reindustrializzazione del sito Fiat di Termini Imerese e noi vogliamo credergli sulla parola. Ma vorremmo che ci fornisse chiarimenti sugli investimenti per infrastrutture pari a circa 1 milione e 700 mila euro. Ricordiamo che il premier Matteo Renzi ha disposto il commissariamento della Sicilia per la realizzazione dei depuratori e auspichiamo che questo serva ad evitare la restituzione all’Ue di queste risorse e il pagamento della penale prevista in caso di inadempienze sugli appalti delle opere entro il 31 dicembre di quest’anno”.
Gli edili siciliani proprio in questi giorni hanno ripreso a manifestare a livello territoriale contro il governo regionale. “La giunta Crocetta e tanti esponenti politici sono mummificati su questioni di partito – continua Barbera – non hanno battuto i pugni sul tavolo per lo stralcio dalle opere prioritarie nazionali del raddoppio della Ragusa – Catania, opera di vitale importanza il cui iter burocratico stava finalmente per concludersi dopo decenni di discussioni. Nessuno di loro si è reso conto che il 30% del costo dell’opera sarebbe rimasto in Sicilia sotto forma di imposte e tasse. Hanno impiegato dieci anni per stabilire un intervento fondamentale per la collettività, mentre sono bastati due minuti di una riunione della Giunta regionale per distrarre somme dagli investimenti e farli diventare spesa corrente: questi sono i tempi della politica siciliana. Cosa risponderanno, il presidente Crocetta, gli assessori e i burocrati ai vertici della Regione, al commissario alle Politiche regionali, Corina Cretu, che sarà a Palermo nei prossimi giorni? Diranno che i ritardi immani e probabilmente incolmabili, accumulati nella spesa dei fondi europei sono colpa delle Giunte precedenti, pur essendo da oltre due anni al governo della Sicilia, o che ancora una volta la responsabilità è dei nemici della rivoluzione annunciata e mai realizzata dal sindaco dei siciliani?”.  I lavoratori edili siciliani concluderanno le manifestazioni territoriali di protesta con una mobilitazione regionale, la cui data sarà resa nota nei prossimi giorni. “Vogliamo ribadire la nostra ferma opposizione – conclude Barbera – a una deriva sociale ed economica che sta togliendo anche la speranza ai lavoratori edili, oltre 90 mila dei quali sono oggi disoccupati per le non scelte della classe politica e istituzionale in materia di lavoro produttivo. E’ giunta l’ora di smetterla con le chiacchiere, con le beghe di potere o di partito; servono fatti”.

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