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UN CALCIO ALLA SCHIAVITU’, CARTELLINO ROSSO PER LA FIFA!

UN CALCIO ALLA SCHIAVITU’, CARTELLINO ROSSO PER LA FIFA!

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Un calcio alla schiavitù. E’ questo lo slogan che ha accompagnato la manifestazione di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil davanti alla sede della Figc di Roma, per protestare contro l’assegnazione dei Mondiali di calcio dei 2022 al Qatar, uno Stato dove i lavoratori sono impiegati con un sistema equiparabile a quello della schiavitù. Lo sfruttamento degli operai, l’impossibilità di organizzare un sindacato, le inadeguate misure di salute e sicurezza nel cantieri aperti per la costruzione degli stadi, potrebbero far si che il mondiale del Qatar passi alla storia come quello con il maggior numero di morti sul lavoro.
20150414_114251I segretari generati dei tre sindacati hanno incontrato, al termine della manifestazione, i responsabili della Figc che hanno accolto la richiesta di interessarsi alla questione. Appare però evidente come la partita più importante dovrè essere condotta sul terreno della sensibilizzazione dell’opinione pubblica mondiale. E’ per questo motivo che i sindacalisti italiani hanno rivolto un appello ai calciatorl ad unirsi alla campagna internazionale per chiedere il ris petto dei diritti dei lavoratorl In Qatar. Un appello esteso anche agli sponsor del mondiale, le potenti multinazionali del settore che dovrebbero valutare attentamente la convenienza di associare il proprio brand ad un evento tosi drammaticamente controverso. La protesta dei sindacati italiani avviene nell’ambito di una campagna internazionale che de nuncia da anni le pericolose condizioni dei siti dl costruzione in Qatar. La Bwi, la Federazione Internazionale delle Costruzioni, ha lanciato nel 2007 una campagna globale sullo sport che ha gi 4 portato ad importanti risultati in occasione dei mondiali del 2010 in Sudafrica e di quelli del 2014 in Brasile. La campagna, sostenuta anche dalla Efbww, la Federazione Europea degli Edili, intende ora spostarsi In Russia, dove si svolgeranno i mondiali del 2018, e appunto in Qatar, sede della kermesse iridata nel 2022. Anche i sindacati internazionali dell’Ituc hanno lanciato una campagna “Re-Run the Vote: no world cup without workers’ rights“, per chiedere alla Fifa di revocare l’assegnazione al Qatar, avvenuta nel 2010, nel caso il paese non incorpori gil standard internazionali n eJ suo mercato del lavoro. Una richiesta, fino ad ora, senza alcuna risposta costruttiva, sia da parte del Qatar sia da parte della Fifa. Un atteggiamento che non può che portare a un’intensificazione della mobilitazione dei sindacati a livello mondiale. Le condizioni di lavoro in Qatar sono d’altra parte inaccettabili.
La forza lavoro, composta quasi interamente da migranti provenienti dall’India, dal Nepal e dal Bangladesh, non godeIMG_1196 praticamente di nessun diritto. Il livello dei salari è inoltre decisamente inadeguato anche in considerazione del fatto che il Qatar, seconda le ultime rilevazioni del Fmi, è la nazione più ricca al mondo in base al reddito pro capite che si attesta a 88 mila dollari all’anno. Una fortuna per poche, I lavoratori del settore edile lavorano, secondoi dati dell’ltuc, In media, quindici ore al giorno per sei giorni alla settimana guadagnando la miseria di otto dollari al giorno. Una trappolasenu via d’uscita considerando che gli operai, dopo essere stati reclutati con false promesse, non possono né licenziarsi né lasciare il paese liberamente. E’ il sistema del Kafala, definito dai sindacati come una moderna forma di schiavi-ti Impossibilitati a lasciare l’impiego, ai lavoratori non è data neanche la possebilftà df organizzarsi per migliorare la loro situazione. I sindacati sono infatti banditi e ogni tentativo di organizzarsi potrebbe portare all’arresto. Oltre un milione e duecento mila persone sono dunque private dei loro diritti basici; l’investirnento previsto di oltre 100 miliardi dl dollari nei prossimi dieci anni, per attrezzare Il paese con stadi, strutto re ricettive e servizi, promette di raddoppiare il nume-ro dl questi lavoratori invisibili. Secondo l’Ituc, il numero di decessi annuali, causate da incedenti fatali, attacchi dI cuore dovuti alle elevate temperature e a suicidi, ammonta a 400 all’anno. Ad oggi, sostengono i sindacati, oltre 1200operai sono morti nei cantieri. Un numero destinato a crescere considerando che la forza lavoro aumenterè, in vista dei Mondiali, di circa il 50%. Per la fine dei lavori, Il conto dei decessi potrebbe salire, nella stima dei sindacati, a quota 4 mila.
Lavoratori QatarUn “problema drammatico”, secondo il segretario generale della Fil-ca, Domenico Pesenti, che lancia un appello per una mobilitazione Internazionale: “Questa situazione pub essere affrontata solo coinvolgendo l’api none pubblica internazionale — ha spiegato Pesenti a Conquiste — ed è per questo che rivolgiamo un appello ai calciatori e alle multinazionali che sponsorizzano l’evento; molti sponsor si sono già ritirati, anche perché quella di una campagna di boicottaggio è una possibilità da tenere in considerazione. L’incontro coni responsabili della Figc potrebbe rappresentare un primo passo nella giusta direzione: “La Figc— hanno dichiarato i tre segretari al termine dell’Incontro – ha dimostrato grande attenzione alle problematiche inerenti le condizioni di vita degli edili impegnati nei cantieri dei Mondiali del 2022 in Qatar; in particolare la Federcalcio ha espresso la volontà di studiare tempi e modalità per rappresentare queste problematiche nel confronti della Fifa e in tutte le sedi opportune”. I sindacati continuano nel frattempo la loro campagna di sensibilizzazione: venerdl scorso è stata inviata una lettera al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e ai ministri Franceschini e Gentiloni, chiedendo di sostenere la campagna mentrealtre manifestazioni sono state organizzate in occasione delle partite di Champions League e di Europa Lea-gue a Torino, Napoli e Firenze. Mobllitazioni previste anche it prossimo 29 maggio, giornata in cui la Fila dovra votare il suo nuovo presidente. R_’ennesima candidatura di Joseph Blatter, la quinta per la precisione, E valutata negativamente dai sindacati. La Fifa ha Infatti evidente bisogno di un rinnovamento profondo e di una leadership che consideri it rispetto dei diritti dei lavo- ratori conditio sine qua non per l’assegnazione di ogni manifestazione sportiva.

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