Pacificazione, legalità, sviluppo e lavoro sono i cardini dell’appello lanciato da Telt (Tunnel Euroalpin Lyon Turin) la società incaricata di costruire e gestire la ferrovia ad alta velocità Torino-Lione, e sottoscritto da istituzioni, sindacati e associazioni di categoria. L’obiettivo è quello di attivarsi ciascuno per la propria parte per superare i conflitti che fino ad oggi hanno limitato lo sviluppo del territorio e dell’infrastruttura, in riferimento in particolare ai venti Comuni che oggi sono in disaccordo. “La Torino-Lione è un’opportunità che si concretizza – si legge nel documento finale sottoscritto – e chiediamo alle pubbliche amministrazioni di farsi interpreti di questo messaggio di pace e di lavoro, utilizzando tutti gli investimenti disponibili e tutte le opportunità che l’opera può offrire. Non dobbiamo perdere un minuto”. A fine primavera, infatti, è atteso il pronunciamento dell’Unione Europea per il finanziamento del 40% degli 8,6 miliardi di euro necessari per la tratta transnazionale. “Nei prossimi otto mesi – ha sottolineato il direttore generale di Telt, Mario Virano – si decidono i prossimi otto anni di lavoro per il territorio. Stiamo avviando una nuova fase per ottenere il massimo delle ricadute occupazionali e garantire lo sviluppo della Valle attraverso la realizzazione della Torino-Lione, con attività formative (rivolte all’università, alle scuole superiori ed alle professioni, accordi mirati ed appalti che tengano conto anche delle caratteristiche delle imprese medio-piccole dell’area”. Secondo molti l’opera porterà un grande sviluppo al territorio con ricadute importanti sull’occupazione e sull’economia locale. Piena condivisione all’appello lanciato da Telt anche da parte della Cisl e della Filca regionali. “Condividiamo pienamente l’appello e infatti abbiamo siglato il documento che mette al primo posto il rispetto delle posizioni e il dialogo – afferma Piero Donnola, segretario generale Filca Cisl del Piemonte – . Auspichiamo vivamente che i lavori proseguano senza intoppi ed in particolare in piena sicurezza e tranquillità per i lavoratori, che in questi anni ne hanno viste di tutti i colori.”
GUARDA LA PRESENTAZIONE DEL TELT
All’appello di pacificazione non hanno aderito i movimenti No Tav . I due esponenti di spicco del movimento No Tav della Val Susa, sono indagati dalla procura di Torino per istigazione a delinquere. In questi giorni hanno ricevuto l’avviso di chiusura indagini. Entrambi sono chiamati a rispondere di dichiarazioni rese il 25 luglio 2012, in occasione di una conferenza stampa a Bussoleno, sulle modalità di lotta del movimento. “Le intimidazioni e le forma di violenza contro persone e cose – si legge nel documento di Telt – non possono costituire una risposta a progetti di crescita e di sviluppo basati su legittime decisioni d’Europa, dei Governi, dei Parlamentari e delle Regioni”. Oggi alla costruzione del tunnel lavorano per la parte italiana (circa il 30% dell’opera infrastrutturale) quasi mille operai, mentre per la parte francese (il 70% dell’opera) sono circa il doppio. “La nuova società Telt – continua Donnola – ci ha assicurato che monitorerà in continuazione lo stato di avanzamento dei lavori e si è anche impegnata ad aggiornarci in modo più frequente”. Il progetto binazionale della nuova opera di Telt (partecipata al 50% da Italia e Francia attraverso Ferrovie dello Stato Italiane e ministero Economia e Finanza francese) comprende un tracciato di circa 65 km, tra Saint-Jean-de-Maurienne in Savoia e Susa/Bussoleno in Piemonte, incluso il Tunnel di Base del Moncenisio di 57 km. Oltre che a ridurre i tempi di trasporto, l’opera inciderà anche in maniera considerevole sul traffico. Attualmente la ripartizione del traffico attraverso le Alpi è per l’85% su gomma e del 15% su rotaia. A fine lavori (2030), secondo le previsioni, sarà del 45% su gomma e del 55% su rotaia.