BILATERALITA’ IN EDILIZIA, IL RILANCIO DEGLI ENTI E’ POSSIBILE

BILATERALITA’ IN EDILIZIA, IL RILANCIO DEGLI ENTI E’ POSSIBILE

Razionalizzare il sistema degli Enti paritetici edili per garantirne la sopravvivenza e aumentare servizi e prestazioni in favore dei lavoratori iscritti. È l’obiettivo che si pone la Filca-Cisl nazionale, ed è un impegno che le parti sociali hanno assunto nel contratto nazionale dell’edilizia dello scorso luglio. Il sistema degli Enti bilaterali dell’edilizia (Casse edili, Scuole edili e Cpt, i Comitati paritetici territoriali) è articolato e complesso, ed è cresciuto esponenzialmente con il boom dell’edilizia. Ad oggi il sistema gestisce circa 250 milioni di euro, è organizzato con circa 250 Enti in tutta Italia, nei quali si contano più di 2.000 dipendenti ed oltre 2.200 collaboratori.
“Per quanto riguarda le Casse edili – spiega Franco Turri, segretario nazionale della Filca-Cisl – il nostro obiettivo è regionalizzare il sistema, portandone il numero a 20, dalle 120 attuali. Questo ci consentirebbe di ridurre considerevolmente i costi, che costituiscono una voce insostenibile dei bilanci. In particolare – aggiunge Turri – rispetto alla massa salari, l’incidenza dei costi per la gestione del personale delle Casse edili è in media il 2,1%, con punte del 2,5% al sud. Considerando che i costi per la malattia rappresentano lo 0,81% del totale, la somma delle due voci, pari al 2,89%, costituisce il triplo della quota destinata alle prestazioni, che è lo 0,86%. I costi assorbono l’84% delle risorse, e ridurre anche solo di un punto queste voci vuol dire liberare ben 60 milioni di euro! Il problema principale è il continuo calo delle risorse, a causa principalmente del permanere della crisi nel settore delle costruzioni. Il comparto sta facendo registrare negli ultimi mesi solo timidi segnali di ripresa, assolutamente insufficienti a recuperare il terreno perso negli ultimi anni”. L’occupazione, inoltre, resta al palo, anche perché nel settore edile si sta verificando un aumento considerevole del ricorso al lavoro nero.
“Il nostro obiettivo – sottolinea il segretario nazionale della Filca – è quello di mettere in sicurezza gli Enti bilaterali, perché ci consentirebbe una tutela sempre maggiore per i lavoratori, per le imprese, ed in generale per tutto il settore, evitare il Far West del settore. La prima cosa da fare è quella di ridurre i costi per limitare l’evasione contrattuale e per liberare le risorse, sia per le prestazioni che per la contrattazione. Bisogna quindi razionalizzare il sistema, renderlo al contempo meno costoso, più funzionale e più diffuso sul territorio. Obviettivo che si può raggiungere con una contrattazione regionale con Enti regionali, caratterizzata dalla presenza di sportelli sul territorio e che preveda per le Casse un Tavolo regionale, piani industriali per la riorganizzazione e la presenza di un advisor. Il personale potrà anche essere impiegato in azioni ‘ispettive’, soprattutto in vista del nuovo Durc in arrivo dal 1° giugno, che può rappresentare una opportunità per far emergere le imprese edili senza dipendenti e contratto”. Infine Turri propone di aumentare la platea di chi può iscriversi alle Casse edili, ad esempio dando la possibilità di farlo anche agli impiegati e agli autonomi. “La razionalizzazione degli Enti – ha concluso – è la base per nuovi progetti che dovranno riguardare la qualificazione del mercato, delle imprese e del lavoro, come la Patente a punti, il subappalto, la gratificazione e la centralità del lavoro.
D’accordo sulla necessità di una riorganizzazione del sistema si è detto anche Mauro Miracapillo, direttore della Cnce, la Commissione nazionale paritetica per le Casse edili. “Aver previsto nel contratto nazionale la razionalizzazione degli Enti è un primo passo molto importante, ma non risolve il problema. Adesso, infatti, è compito delle parti sociali aprire in tempi brevi un confronto che realizzi un profondo riassetto del sistema attraverso le azioni ritenute più efficaci. A livello nazionale – spiega Miracapillo – condivido la proposta di unificare gli Enti paritetici Cnce, Formedil e Cncpt in un unico Ente sistema bilaterale delle costruzioni, che ci permetterà di evitare la duplicazione delle funzioni e ci consentirà l’utilizzo delle risorse liberate per incrementare i servizi forniti agli Enti territoriali, ai lavoratori iscritti ed alle imprese. In questo modo – sottolinea – saremo in grado di qualificare il sistema delal bilateralità in edilizia pur in presenza di una fortissima riduzione di risorse per gli Enti nazionali, che dal 2008 al 2013 hanno visto ridursi le entrate di oltre 2 milioni di euro. Ovviamente ogni soluzione operativa – ha concluso il direttore della Cnce – dovrà essere adottata senza mettere in discussione il principio del radicamento territoriale del sistema”.

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