PRODUZIONE IN CALO E BOOM DI FALLIMENTI: PER LE COSTRUZIONI E’ STATO UN  2014 DA DIMENTICARE

PRODUZIONE IN CALO E BOOM DI FALLIMENTI: PER LE COSTRUZIONI E’ STATO UN  2014 DA DIMENTICARE

Il 2014 è stato un altro “annus horribilis” per il settore delle costruzioni: l’attività edilizia ha infatti registrato un calo del 6,9%, che segue i crolli del 2013 (-10,8%) e del 2012 (-13,5%). Si tratta di dati e numeri ampiamente conosciuti, ma per i quali è adesso arrivata l’ufficialità dell’Istat. A confermare lo stato di agonia del settore c’è anche uno studio del Cerved sui fallimenti delle aziende: l’anno appena trascorso ha visto fallire ben 3.498 imprese edili, che occupavano quasi 40mila addetti. L’aumento rispetto al 2013 è di tutto rispetto, pari al 12,1%. Peggio delle costruzioni ha fatto solo il settore dei servizi, con un incremento del 15,1% di imprese fallite.
“Il settore sta letteralmente scomparendo – ha detto senza usare mezzi termini il segretario generale della Filca-Cisl, Domenico Pesenti – ed è arrivato davvero il momento di investire in un’edilizia di qualità e sostenibile, come ripetiamo da anni. Questo ci consentirebbe di invertire la marcia rispetto alla cementificazione dei decenni scorsi e di ridare speranza alle 800mila famiglie dei lavoratori edili che hanno perso il posto dall’inizio della crisi. Le richieste avanzate dai sindacati sono note e fattibili: chiediamo il completamento delle tante infrastrutture utili al Paese e che sono bloccate, la messa in sicurezza del già costruito, interventi per il risparmio energetico e per la diffusione di costruzioni antisismiche. Gli interventi sulle scuole, ad esempio, restano una delle priorità, e lo dimostra l’incidente di ieri mattina a Pescara, con il crollo del solaio in un Istituto alberghiero. Per fortuna il bilancio dei feriti è stato lieve, ma gli studenti hanno diritto a scuole moderne e sicure”.
Proprio sull’edilizia scolastica il governo ha recentemente avviato una campagna su tre fronti, per il decoro e la piccola manutenzione degli istituti, per interventi di messa in sicurezza e messa a norma e per la realizzazione di nuovi edifici scolastici, ma non si fa mai abbastanza. Un dato su tutti: nel 2014 la spesa per opere pubbliche è scesa del 5,1% in valori reali rispetto al 2013, e si prevede un altro tonfo nel 2015. Dal 2008 al 2014 la spesa si è quasi dimezzata (-48,1%). A confermare questi dati c’è un report della Commissione europea che colloca l’Italia al 25esimo posto su 27 Paesi per la quota di bilancio destinata a misure per la crescita. L’unico dato positivo, insieme alla conferma dei bonus per le ristrutturazioni, è il ritorno degli italiani ad acquistare una casa, confermato dall’aumento del ricorso ai mutui. Proprio ieri il viceministro delle Infrastrutture, Riccardo Nencini, ha dichiarato che “il Governo sta preparando un ‘Piano casa’ con provvedimenti importanti, che prevedono la realizzazione di 20mila alloggi ad affitto calmierato o per la vendita calmierata”. La spesa si aggirerebbe intorno ai 400 milioni, dei quali 150 di investimenti pubblici a sostegno degli affitti, in aggiunta a quelli già previsti, e 240-250 di vantaggi fiscali per coloro che intervengono su alloggi che già esistono e sono invenduti.
                                                      

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