Sono ben 1 milione 224mila le donne tra i 15 e i 65 anni che hanno subito molestie o ricatti sessuali nell’arco della loro vita lavorativa, come si evince dai dati dell’Istat. Vuol dire che questo fenomeno ha interessato l’8,5% delle lavoratrici attuali o passate, incluse le donne in cerca di occupazione. E’ partendo da questi numeri, che dimostrano la diffusione e la gravità di questi fenomeni, che i sindacati di categoria Filca-Cisl, Feneal-Uil e Fillea-Cgil, e la parte datoriale Federlegno, hanno previsto nel contratto nazionale del Legno industria rinnovato a settembre del 2013 (che interessa 370mila addetti), misure idonee a contrastare, nelle aziende interessate, le molestie sessuali, il mobbing ed in generale tutti quei comportamenti discriminatori e vessatori. L’Accordo, riguardante i Codici di comportamento previsti dal Contratto nazionale del settembre 2013, è stato sottoscritto nei giorni scorsi, ed ora fa parte integrante del testo.
“Per la prima volta in Italia – afferma Paolo Acciai, segretario nazionale della Filca – un contratto nazionale prevede un Codice di comportamento da adottare nella lotta contro questi fenomeni, purtroppo presenti nelle aziende italiane. Il testo sottolinea il diritto di lavoratrici e lavoratori ad avere un ambiente di lavoro sicuro, sereno, e favorevole alle relazioni interpersonali. L’accordo, inoltre, indica nella Consigliera provinciale per le Pari opportunità e nel responsabile delle risorse umane, le figure di riferimento per la risoluzione di eventuali problemi. In caso di molestie o mobbing si può ricorrere alla procedura informale e riservata, all’arbitrato o alla denuncia formale. Tra le azioni introdotte dall’accordo c’è anche un percorso formativo per le dirigenti ed i dirigenti, che sono chiamati ad impegnarsi per promuovere e diffondere la cultura del rispetto della persona nei luoghi di lavoro”.
“Questo accordo – ha affermato Domenico Pesenti, segretario generale della Filca nazionale – ha il merito di rendere concreto il nostro impegno sul fronte della dignità e del rispetto della persona, non solo nei luoghi di lavoro ma nell’intera società. I comportamenti discriminatori o vessatori, che spesso si trasformano in vere e proprie persecuzioni psicologiche o violenze morali, devono essere denunciati e contrastati con ogni mezzo”.