INCHIESTA EMILIA-ROMAGNA SULLA RICOSTRUZIONE POST TERREMOTO, LA FILCA CHIEDE UN GIRO DI VITE SUI CONTROLLI

INCHIESTA EMILIA-ROMAGNA SULLA RICOSTRUZIONE POST TERREMOTO, LA FILCA CHIEDE UN GIRO DI VITE SUI CONTROLLI

“Dopo l’Abruzzo, l’Emilia. Se qualcuno aveva dubbi sulla micidiale forza delle organizzazioni criminali nell’infiltrarsi negli appalti della ricostruzione post terremoto, è arrivata questa nuova tempesta giudiziaria a fugarli. L’inchiesta emiliana, per i numeri e gli eventi, raffigura bene il polso della situazione: in Italia l’edilizia è terreno di conquista delle mafie, e senza interventi drastici da parte delle istituzioni c’è davvero il rischio di consegnare alla criminalità questo settore, che è strategico per la nazione perché rappresenta l’11% del Pil e perché ha il pregio di mettere in moto un indotto vastissimo”. Lo ha dichiarato Salvatore Scelfo, segretario nazionale della Filca-Cisl e responsabile del Dipartimento Legalità della categoria. “La circostanza che una delle aziende coinvolte era stata espulsa dalle white list per i suoi rapporti con la ‘ndrangheta, ma poi era rientrata grazie alle conoscenze del suo titolare, è un campanello d’allarme preoccupante, e dimostra che questo cancro è diffuso e va combattuto con ogni mezzo”, ha concluso Scelfo.
Sulla vicenda è intervenuta anche Cristina Raghitta, segretario generale della Filca Emilia-Romagna. “Nella regione esiste dal 2012 un sistema di regole articolato, che ha visto il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali di settore e che ha come obiettivo il controllo della regolarità delle aziende edili. Evitare le infiltrazioni delle imprese legate alla criminalità negli appalti è la priorità, ma è necessario, come chiediamo da tempo, innalzare il livello dei controlli e riaprire il tavolo regionale sul tema”.

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