“33 morti, 46 feriti, oltre 10mila persone sfollate, decine di miliardi di danni: nel 2014 gli effetti di frane e inondazioni in Italia sono stati devastanti. E negli anni precedenti non è andata meglio, anche a causa dei terremoti di Abruzzo, Marche, Umbria, Puglia, Molise ed Emilia Romagna. È per questi motivi che la messa in sicurezza del territorio deve essere la priorità nell’agenda del governo e degli enti locali, non solo per gli immensi benefici per la collettività ma anche per rimettere in moto l’edilizia, un settore che sta letteralmente scomparendo con oltre 800mila addetti persi dall’inizio della crisi”. Lo ha dichiarato Salvatore Scelfo, segretario nazionale della Filca-Cisl e commissario della Filca di Torino.
“Nel 2014 anche il territorio torinese è stato colpito da frane ed alluvioni. Nonostante in tutta Italia il rischio idrogeologico sia diffusissimo, perché interessa ben 6.633 Comuni, l’82% del totale, ed interessa 5 milioni di persone, gli interventi continuano ad essere un miraggio, e così assistiamo puntualmente a frane, alluvioni, smottamenti, esondazioni con sacrificio di vite umane e scene apocalittiche. Recentemente è stato dimostrato che i costi provocati dalle alluvioni sono di gran lunga superiori a quelli per realizzare interventi preventivi: 22 miliardi, senza contare i danni incommensurabili legati alla perdita di vite umane, contro gli 8,4 miliardi per mettere in sicurezza il territorio. A Torino, dove la crisi dell’edilizia ha provocato la scomparsa di 6mila lavoratori, pari agli occupati della Fiat di Mirafiori, un’edilizia di qualità, sostenibile, in grado di risanare il territorio, sarebbe anche in grado di permettere al settore di risalire la china. Ed è quello che chiediamo, qui come in tutta Italia”, ha concluso Scelfo.